Nasce in terra scandinava questo album, fatto di una percepibile introversione, di un grigiore tetro. Le canzoni di Emil Isaksson e Fredrik Karlsson, fatte di un compìto strumming in minore e di un irritante tono drammatico, vorrebbero involarsi tra solenni rintocchi di violino, ma l’ispirazione le trascina verso più terrene faccende. Più che le colorate, ariose visioni paesaggistiche che sembrerebbero voler suggerire, le canzoni di questo progetto a nome Mire Kay assomigliano in realtà all’arrancare, triste e pedante, di una vecchia sul selciato, sotto la pioggia.
Immancabili dissonanze e vocine (“Punch Through The Air”) completano il quadro abbastanza sconsolante di un lavoro Mitchell-iano provinciale, per il quale si è scomodato un Tom Herbers che ha lavorato già su materiale di Dark Dark Dark e Andrew Bird.
03/05/2013