Negli anni 80 si diceva Miranda e si pensava subito al film erotico di Tinto Brass interpretato da Serena Grandi. Chissà poi se l'omonima band toscana (ma formata da musicisti pugliesi e calabresi) scelse di chiamarsi così facendo riferimento proprio a quella pellicola e alla sua voluttuosa interprete. Fatto sta che questo terzetto di sensuale ha ben poco, ma è ugualmente eccitante perché nel corso della sua carriera ha registrato quattro album e uno split (con i canadesi Creeping Nobodies) che sono tra i lavori in ambito no wave più a fuoco provenienti dalla nostra penisola.
Il nuovo “Asylum: Brain Check After Dinner”, edito dalla loro stessa label fromSCRATCH, si definisce ancora una volta come un ottimo album sempre sopra le righe grazie a undici tracce in bilico tra melodia, sua destrutturazione e un groove kraut-disco deviato che rende interessante ogni nuovo ascolto dalle diverse sfumature.
Volendo trovare un qualche paragone, probabilmente quello con gli El Guapo di un capolavoro come “Supersystem” è il più adeguato, proprio perché la sperimentazione cammina a braccetto con un'accattivante fruibilità che rende il tutto a suo modo leggero e non serioso.
Certo, i temi trattati non sono dei più giocosi, visto che si analizza l'argomento della reclusione, da quella dei manicomi, centri di detenzione, carceri a quella della barriera più intima in cui ognuno rinchiude sé stesso per paura o stanchezza dell'esterno.
Ma allo stesso tempo il gruppo sa aggredire il fruitore con una certa veemenza che cattura del tutto l'attenzione proprio per la sua fantasia compositiva.
Evviva la follia.
13/04/2013