Mr. Vast

Grievous Bodily Charm

2013 (Spezialmaterial)
hypnagogic

Cercando in giro, si trovano ben poche informazioni riguardo Mr. Vast. Sappiamo che è la nuova stella di casa Spezialmaterial, che ha lanciato un suo sito ufficiale in cui non si firma, e che ha il dichiarato intento di scuotere con il suo primo album l'estate del 2013. Bisogna così andare ad incrociare controlli e press release per scoprire che si tratta di Henry Sargeant, il frontman dei Wevie Stonder – leggasi una delle band probabilmente più sopravvalutate degli ultimi decenni di musica elettronica. Una rapida occhiata su Discogs potrebbe fuorviare: “The Age Old Age Of Old Age”, citato come unica prova solista del vocalist, altro non è se non un lavoro scritto a quattro mani con Alan Boorman - la mente dei Wevie Stonder - a nome Wevie De Crepon, stampato per giunta da una “big” del mercato nipponico come la Tokuma Japan Communication.

“Grievous Bodily Charm” è dunque da considerarsi come la prima autentica dimostrazione personale di Sargeant, e il punto di partenza di un nuovo percorso. Nei sedici brani che compongono il lavoro si assiste a una delle espressioni più kitsch del pop sintetico contemporaneo: un micidiale mix di breakbeat, juke, dubstep, house, hip-hop, soul, funky, punkadelia, romanticismo, melodie zuccherose, aperture sintetiche, cambi di tempo e trip da overdose di Lsd. In una parola: ipnagogico all'ennesima potenza.

Non è difficile intuire dunque l'eclettismo di una tale miscela, rappresentata al momento solo dal ben eloquente singolo “In Terms Of Ease And Speed”, un'incalzante marcetta funk che procede fra fischiettii, sax presi direttamente da fine Sessanta e un basso chiamato a dettar legge. Non sono da meno il tragicomico hip-garage di “Buttercyde” e la minimal-house per archi e cabaret di “Bliss”, divisa fra un ritornello che inneggia a Elisabeth Frazer e una strofa in puro recital. Ma ogni brano fa storia a sé, e allora ecco giungere bombardamenti post-hardcore (“The Rug”), miscugli di dub-house e gospel (“Process Of Illumination”), escursioni electro (“Family Venues”), disperate urla su tappeti trash (“Henry The 8th”), intermezzi soul (“Elemental”) e abbozzi rap su arpeggi orientali (“Estatic Caravan”).

A fine ascolto l'incredulità regna sovrana, mista a una profonda sensazione di incompiuto. Se il coraggio dimostrato da Sargeant nel cambiare in parte (ma non del tutto) rotta può considerarsi lodevole, il risultato finale mette in luce una debolezza di fondo, che è poi il rischio maggiore in ogni forma di flirt con il kitsch: l'eccesso. L'ipnagogico è da sempre materia delicata, da trattare con estrema cautela e un dato senso della misura: l'ex-Wevie Stonder vi si butta a capofitto, infilando nello stesso calderone mondi e linguaggi incompatibili, trascendendo una qualsiasi forma di senso prima ancora che le leggi del buon gusto. E rinunciando, a conti fatti, alla peculiarità che il suo caleidoscopio avrebbe potuto avere, in favore del solo scopo di sorprendere e spiazzare. Se l'obiettivo era solo questo, di sicuro può dirsi raggiunto.

19/01/2013

Tracklist

  1. In Terms Of Eade And Speed
  2. Buttercycle
  3. The Rug
  4. Bliss
  5. Atlantis
  6. Teflon Country
  7. Process Of Illumination
  8. First Class
  9. Family Venues
  10. Henry The 8th
  11. Elemental
  12. Estatic Caravan
  13. Buttercycle (remix)
  14. Estatic Caravan (remix)
  15. Sticky
  16. Where I'm From