Australiano e blues-singer di vecchio stampo, C.W. Stoneking ha atteso ben dieci anni prima di lasciarsi alle spalle la figura di artista di culto. Nominato nel 2009 agli AIR AWARDS per il suo album “Jungle Blues”, il musicista quarantenne ha il pregio di aver riportato all’attenzione dei media il fascino del banjo e del delta-blues con un’ottica leggermente naif, lontana dalla passionalità antropologica di Dr John e dall'attitudine intellettuale di Tom Waits.
A distanza di sei anni il ritorno di C.W. Stoneking offre ancora una volta una sufficiente quantità di emozioni deja-vu, che solo per un attimo suonano didascaliche e nostalgiche; quello che è subito evidente in “Gon’ Boogaloo” è la maggiore attenzione in fase di composizione, nonostante l’album sia stato registrato in soli due giorni.
Nel suo nuovo progetto la dimensione temporale si è leggemente spostata agli anni 40: ovvero alla contaminazione del blues con la musica cubana e il cha-cha (forma arcaica del cha cha cha). Mettendo a riposo la sezione fiati, Stoneking privilegia un sound più spettrale abilmente sottolineato da un eccellente background vocale: Vika, Linda Bull e le piccole Maddy e Memphis Kelly incorniciano le loro qualità di vocalist su basso e batteria dal suono profondo e lontano come l’eco di un rombo, e non è difficile pensare a un vecchio cartone animato di Betty Boop mentre scorrono titoli come “The Zombie” e “Get On The Floor”.
Ed è questa dimensione onirica e fantasiosamente retrò la vera novità di “Gon Boogaloo”; una ricostruzione sonora che nessuno dei bluesmen moderni ha osato affrontare, più spesso affascinati dalle infinite possibilità dello studio di registrazione e da sonorità brillanti e potenti, ma lontane dal fascino degli originali.
L’artista australiano conduce l’ascoltatore per mano in un viaggio temporale molto suggestivo, ma senza tralasciare l’aspetto più importante, ovvero il songwriting, “Tomorrow Gon’ Be Too Late”, “The Jungle Swing” e la splendida “On A Desert Isle” certificano la qualità del progetto, che tra un sorriso e qualche piccola sorpresa stilistica (il jazz groove di “Going Back South” e il reggae arcaico di “Mama Got The Blues”) si candida come l’album più curioso e divertente dell’anno. Bentornato Stoneking.
16/11/2014