Mark Fry

South Wind, Clear Sky

2014 (Second Language)
psych-folk

La storia di Mark Fry sembra aver molto in comune con quella di Vashti Bunyan: un album di folk psichedelico oggetto di culto e collezionismo a quattro cifre, seguito da un oblio trentennale ricco di aneddoti e venerazioni. Quell’allora isolato capitolo resta una delle più preziose scoperte del revival psych-folk, e le ristampe del 2002 e del 2007 hanno riconfermato tutto il fascino e l’intensità di “Dreaming With Alice”: acid-folk allo stato puro per un evento discografico di cui Fry non ricorda molti nomi dei musicisti coinvolti dalla Rca Italiana (It per esattezza), e che insieme ai suoi studi artistici e alla tournée con Lucio Dalla, completano la storia della sua permanenza in Italia prima del rientro in patria.
Nel 2008 l’artista riprende con convinzione la sua carriera di musicista, prima mettendo insieme vecchi bozzetti in “Shooting The Moon”, poi riprendendo il discorso interrotto nel 1972 con un convincente album per la Second Language. Considerando la flebile attenzione ricevuta da “I Lived In Trees”, si paventa il rischio che “South Wind Clear Sky” vada ad aggiungersi alla lunga e umiliante storia dei capolavori sottovalutati, il cui valore si affida alla riscoperta nel tempo.

Ancora una volta Mark Fry ha messo insieme canzoni tanto accorate e fragili, quanto intense e ricche di nostalgia, e soprattutto prive di richiami all’onnipresente icona di Nick Drake, nonostante un intenso profumo d’autunno e neve sembri sprigionarsi in ogni nota.
Si susseguono quindi accordi cristallini come del William Ackerman nell'era Windham Hill, armonie folk pastorali e leggermente barocche più vicine alla poesia di Clifford T. Ward e Donovan, tempi lirici che mostrano affinità col Mark Eitzel più ispirato, e tentazioni folk-pop che rimandano all’oscuro capolavoro di Duncan Browne “Give Me Take You”.

Sofisticato ed elaborato con toni a volte lussuosi, il nuovo progetto dell'autore gode di una scrittura matura e consapevole che annulla qualsiasi tentazione manieristica. L’urgenza elettroacustica di “Dials For Home” richiama le canzoni psichedeliche di Kevin Ayers e Syd Barrett, quasi con la stessa intensità con la quale “Along The Way” modella una moderna novella rinascimentale, tratteggiando con epiche sonorità di french horn le suggestive atmosfere neoromantiche.
In “South Wind Clear Sky” la vera protagonista è la magia, quell’aura indefinibile che dona calore agli accordi impossibili della fragile e limpida forza lirica di “River Kings”, e trattiene la sordida malinconia di “Leave Me Where I Am” in una graziosa gabbia di sonorità che sembrano rubate al canto degli angeli.

Incredibilmente la quantità di romanticismo contenuto nelle otto canzoni non possiede un briciolo di ruffianeria e non vi è una canzone che travalichi i confini della compostezza armonica: Mark Fry fa lievitare la musica nel mondo dei sogni, evitando quella fisicità terrena che spesso ammalia al primo ascolto e poi dà spazio alla noia.
Per comprendere il valore atemporale di “South Wind Clear Sky” basterebbe come esempio solo l’iniziale “Aeroplanes”, dove viola, archi e chitarra acustica rimbalzano come gocce d’acqua in un ruscello, con la voce di Mark che somiglia a un sussurro. Come ignorare però il riverbero della chitarra che come luce su specchi si rifrange ampliando spazio e tempo in “Falls Like A Stone”?

Non va dimenticato che Mark Fry ha coltivato nel tempo anche un’altra realtà artistica, ovvero il mondo della pittura, che inevitabilmente fa capolino nella tela sonora della sua musica.
Ed è per questo motivo che chiaroscuri e ombre su sfondi in bianco e nero o color seppia animano le delicate pagine della conclusiva “Long Way Down”, un brano che sigilla la malinconia e la soavità del mondo poetico del musicista, rendendo ancor più vivo quel senso di meraviglia che di solito accompagna solo l’incontro con l’opera d’arte.

09/12/2014

Tracklist

  1. Aeroplanes
  2. Along The Way
  3. Leave Me Where I Am
  4. Little Flashing Light
  5. River Kings
  6. Fall Like A Stone
  7. Dials For Home
  8. Long Way Down

Mark Fry / The A. Lords sul web