Monsterheart

W

2014 (Seayou Records)
electro-pop

Monsterheart è il nome dietro cui si cela la cantante Viennese Anna Attar, titolare di questo progetto che già nel 2011, con il suo primo omonimo Ep pubblicato per la Seayou Records, ci aveva fornito una chiara idea del proprio stile musicale: candide e vivaci melodie electro-pop incontrano suoni cupi, a tratti funerei, creando bizzarre atmosfere capaci di oscillare tra il lugubre e il fiabesco.

Gli ingredienti di questo Lp d’esordio non si discostano molto: la differente combinazione di tastiere, sintetizzatori e percussioni dà vita a un’incantevole raccolta di brani che passano da toni gravi e seri a spensierate, irriverenti ballate pop. Nel brano d'apertura si fa subito conoscenza con quello che sembra essere in assoluto uno degli strumenti più amati dalla cantante viennese: l’organo, elemento indispensabile per capire cosa intenda Monsterheart quando definisce la sua musica graveyard-pop. I suoi toni solenni e drammatici in effetti non possono che riportare alla mente lo scenario di un cimitero o di una chiesa desolata, così come accade in “Oh Death”, in grado di affascinare fino alla fine, come la più misteriosa e dolce delle ninne nanne.

La tensione e la suspance create da questi brani svaniscono laddove i ritmi si fanno più energici e i suoni meno pesanti, come in “Bunnies” e “Without Eyes”. Qui l’organo è solo qualcosa che compare in lontananza, sullo sfondo, e la sua gravità non riesce a intaccare l’allegria di percussioni e sintetizzatori che giocano e si rincorrono con l’adorabile voce di Anna; si arriva così a un punto centrale di “W”, perché questo continuo, frenetico cambio di personalità si confronta, senza ombra di dubbio, con la mutevole performance vocale della stravagante artista viennese. Sensuale, beffarda, innocente, canzonatoria, tenebrosa, irriverente, vivace: è in larghissima parte l’espressività della sua voce a dare uno spirito sempre diverso alla canzone; così mentre sembra di sentirla ridere sotto i baffi nell’esecuzione di “Bunnies”, il suo tono grave e asettico, nella conclusiva “Waves”, è capace di lasciarti quasi a disagio.

Quello che colpisce di più di questo disco probabilmente non è la complessità degli arrangiamenti, né la varietà di strumenti utilizzati, quanto piuttosto la capacità di combinarli in maniera sempre diversa così da catapultare chi ascolta in un’atmosfera ogni volta differente. L’imprevedibilità di ciò che si andrà ad ascoltare nel brano seguente fa rimanere sull’attenti per tutta la durata dell’album, in un succedersi di sonorità che non annoiano mai. Coniglietti, cimiteri, luci e ombre fanno di “W” un esordio del tutto riuscito, con un carattere unico, che si fa positivamente ricordare.

13/04/2014

Tracklist

  1. Woon
  2. Bunnies
  3. Wired
  4. Oh Death
  5. At Night
  6. Weep
  7. West
  8. Redhood
  9. Without Eyes
  10. Basement
  11. Waves


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