Dopo l’Ep “Monument”, che ha visto già l’alter ego più atmosferico di Benjamin Holton, epic45, rivedere la luce, tocca ora al progetto più convenzionale My Autumn Empire una pubblicazione in formato lungo. Uno spirito bedroom-pop avvolge delle sue immagini in bassa risoluzione un tributo alla fantascienza di serie B: “The Visitation” prende il nome infatti da un episodio di Doctor Who di inizio anni 80, nel quale un alieno atterrava d’emergenza sulla Terra.
Lo sfarfallio disconnesso del drone che introduce il disco in “When You Crash Landed” ha così solo lo scopo preliminare di imbastire la scenografia del disco, persa tra nuova psichedelia nel folk-rock Beatles-iano di “Summer Sound” e nei più camaleontici e sibillini Zombies di “It’s Around”.
Ma il sound e la scrittura puntano più in alto del revivalismo da cameretta che spesso confina molti artisti meritevoli nel semi-anonimato: “Blue Coat” sembra arrangiata dagli Arcade Fire, e numerosi sono i dichiarati riferimenti alla scena anni 90, con i chitarroni di “Andrew” e l’elettronica infantile e alienata di “Where Has Everybody Gone”, che unisce Grandaddy e Sparklehorse ai primi Midlake.
Dopo l’intermezzo ambientale di “Afternoon Transmission”, il disco sembra però avere una svolta emotiva rispetto alla prima parte (un po’ più concettuale), giungendo a superarsi con lo scarno dialogo di chitarre e le malinconiche armonizzazioni di “The People I Love” e l’arrembante Dunedin sound della title track. E si finisce in bellezza, poi, con la piccola torch song “All In My Head”, con una bella parte di archi.
Così si scopre infine (non proprio una sorpresa) che nei panni dell’“alieno caduto sulla Terra” c’è proprio Benjamin Holton, alla scoperta delle persone e dei loro bizzarri comportamenti. La pelle è diversa, lo stupore è lo stesso: speriamo rimanga sempre così.
05/08/2014