Sulle undici tracce di “Shaker Notes” White ha abbandonato il campionatore per imbracciare basso, chitarre e batteria: i break psichedelici (la bibbia Boomkat lo definiva un incrocio tra Rza e Boards Of Canada) hanno lasciato il posto a groove morbidi dal sapore blues. Come lascia ben intuire il singolo scelto per promuovere l'album, “Honey Cats”, una ballata fumosa che cortocircuita Tom Waits e Portishead.
Altrettanto seducente l'aroma soul di “All We Know” e “Is It Up To Us?”, due danze trip-hop dove una voce narcolettica fa da contraltare a riff suonati in slow motion.
Anche quando i bpm provano a salire, come sul funk sussurrato di “Wait & See”, una sorta di nebbia psichedelica avvolge sempre l'atmosfera. A forza poi di campionare dischi progressive nei suoi tre precedenti album, il giovane musicista inglese ha anche sviluppato il gusto per atmosfere jazz-rock che sanno di anni 70 (“Fighting To Dance”, “Sitting In Circles”).
(27/09/2014)