Si realizza così il terzo disco del suo progetto Plusplus, che si articola in evocative trame acustiche, del tutto reminiscenti di quelle, sognanti e malinconiche, dei Plantman (“Jail”, tra i pezzi più collettivi, è la connessione più evidente).
Tra le eccezioni va segnalato il giro pianistico post di “Piano Song”, in una progressione che si sviluppa però senza gravità, ma con quella trepidante curiosità che contraddistingue il songwriting maturo di Radmall, così come quello di Randall dei Plantman.
Tra mesti movimenti “slow” come “Dieter Rams”, algido tributo matematico al designer tedesco, più ariose strimpellate riverberanti (la title track), il disco riesce veramente a involarsi nel sogno badalamentiano di “Plantopia”, in cui Adam sembra ricollegarsi, in modo fortemente suggestivo e intransigente, alla visione naturalistica della band di provenienza.
Un buon ascolto, che non regala mai facili suggestioni (“The Rolling Hills Of England” sembra più una sonorizzazione della “Guerra dei Mondi” di H.G. Wells che un quadretto bucolico e nostalgico).
(13/09/2014)