A sei anni di distanza dal debutto su Ep “Where To Begin”, il gruppo dei Rivers Of England approda al primo album con un accattivante folk-pop che ha già conquistato l’attenzione di critica e pubblico. La formazione di Bath ha anche attirato l’attenzione di un noto dj radiofonico di Bristol, che ha programmato intensamente la loro “Before The Moment Passes”.
Purtroppo ogniqualvolta si parla di folk, i critici amano resuscitare il fantasma di Nick Drake: nonostante sia un nobile punto di riferimento, ritengo offensivo e oltremodo fuorviante questo assioma. “Of Trivial And Gargantuan” non è infatti un altro tassello del post-Drake, ma un raffinato e originale esempio di canzone d’autore made in England, una raccolta di canzoni dalla struttura armonica forte con sottili tentazioni folk-jazz elaborate da contrabbasso e tastiere (alla maniera di Danny Thompson), mentre viola e violoncello dilatano la costante malinconia verso un romanticismo ricco di pathos.
Distante da qualsiasi collocazione temporale ben precisa, la musica dei Rivers Of England sprigiona classe e spontaneità con canzoni molto articolate e dal grosso impatto lirico, adagiate su soluzioni ritmiche originali affidate a percussioni artigianali, mai invadenti. Si prenda ad esempio “Train Coming”: accordi fuori tempo di chitarra acustica aprono la strada al contrabasso e a delicate soluzioni ritmiche che attendono vigorosi break di viola e violoncello, fino a liberarsi nel trascinante refrain che evoca l’energia del primo Sting e la poesia di Teitur (due riferimenti abbastanza costanti del suo songwriting).
Riflessivo ma mai dolente, “Of Trivial And Gargantuan” è ricco di splendide composizioni: il folk-blues a due voci appena tinto di jazz di "To Feel Alive" lascia una linea decisa e netta nel solco tracciato da John Martyn, e “Bailbrook Lane” rilegge anni e anni di storia del pop inglese più colto passando per il Peter Gabriel di “Solsbury Hill”, gli Xtc di “Mummer” e David Gray, tra intrecci elettroacustici e riff memorabili che imprimono nella mente il piacevole refrain.
Sono molte le frecce nell’arco di Rob Spalding, su tutte la sublime “The Meadow Sways”, che si candida come una delle canzoni più belle e intense del 2014. La voce e gli strumenti viaggiano ai confini del romanticismo con evoluzioni liriche ora drammatiche ora gioiose, componendo un brano destinato a diventare un piccolo classico; una magia che si ripete in “Before The Moment Passes”, ricca di spunti neoclassici e di accattivanti nuance folk.
In verità, già le prime note dell’iniziale “Where To Begin” mettono in evidenza la mistura di folk, rock, jazz, neoclassica e blues con un abile duello tra voci e violini, mentre la tensione emotiva di “Spinning Planets” spinge il folk più austero nelle braccia della canzone pop contemporanea, per poi lasciarla decantare nella misteriosa torch-song da spy-story alla James Bond di “Feeling Of Worth” (tanto misteriosa da non comparire nemmeno nei titoli e nei credit dell’album), una gabbia sonora costruita con viola e violoncello che un ossessivo inciso lirico libera per un attimo, tanto breve quanto prezioso.
L’amabilità di “The Artist And The Scientist” e il cantilenare di “Selfless People” evitano, con classe e raffinate aperture armoniche, la prevedibilità e la noia, e il gioco vocale e strumentale di “Wednesday” mette in mostra un volontà di superare i confini della canzone. Come dimostra la complessa partitura della conclusiva “Billions Of Stars”, Rob Spalding è infatti un compositore dal tocco personale e originale, il suo è un folk dai tratti cameristici asservito alla più nobile e pregevole canzone d’autore.
Le dodici tracce di “Of Trivial And Gargantuan” non sfigurerebbero insomma né in un album della Penguin Café Orchestra né in un concerto di Antony & The Johnsons: pochi autori possono vantare una simile versatilità e coerenza poetica. Un album diverso, ma piacevolmente familiare e avvincente.
13/06/2014