The Rust and the Fury

See the Colors Through the Rain

2014 (Woodworm)
rock

Confrontarsi coi giganti della tradizione rock inglese e americana e tirarne fuori qualcosa di originale non è un’impresa da poco. Per questo, dalle nostre parti, non sono poi in molti quelli che ci provano. Fateci caso, chi prende ispirazione di solito finisce per ritrovarsi in un vicolo cieco, magari nemmeno troppo sgradevole, però senza nessuna via d’uscita. In altre parole, il più delle volte le band italiane che guardano al di là della Manica o dell’Atlantico si accontentano di ricalcare al proprio meglio realtà ben definite, impantanandosi nelle paludi del già visto e sentito, spesso con l’aggravante di adoperare non solo gli stessi schemi e gli stessi suoni, ma anche la stessa lingua dei modelli di riferimento. E un testo in inglese scritto da un italiano difficilmente reggerà il confronto con la miriade di altre canzoni sputate ogni giorno e ogni ora e ogni minuto nel mare magnum della rete in ogni parte del globo.

Insomma, ciò che è accaduto ai The Rust and the Fury è piuttosto impressionante. Perché il quintetto perugino, approdato per il suo secondo disco alla combattiva Woodworm, sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Non abbandonando l’inglese, non distogliendo lo sguardo dai grandi orizzonti e dalle strade tracciate dai giganti, eppure riuscendo a conquistarsi un’identità propria, un’identità proteiforme e pregna di memorie musicali ma non derivativa. L’impressione che si ha ascoltando "See the Colors Through The Rain" è quella di una band che si sia guadagnata il privilegio di percorrere distese sterminate, e di percorrerle in lungo e in largo. Una forte impressione di libertà, di briglia sciolta, e di sicurezza.

Undici pezzi, undici canzoni magistrali. Erano belle anche quelle dell’esordio di due anni fa, "May The Sun Hit Your Eyes", ma qui si raggiunge un livello di scrittura altissimo. Questo, insieme al melting pot sonoro di cui si diceva prima, è il vero valore aggiunto dell’album. Senza acrobazie eccessive, i Rust costruiscono brani solidi, equilibrati, scovando melodie potenti. Il gioco dei rimandi è continuo, ma l’amalgama funziona alla perfezione, e le varianti proposte impongono un riposizionamento continuo su frequenze assai differenti le une dalle altre.
Ci troverete i Radiohead ("Carry On", forse l’episodio più connotato in assoluto), in questo disco, ci troverete il vecchio Neil Young, sparso qua e là, e un po’ di Pixies, magari un po’ di Rem, ci troverete di tutto. Ma, davvero, difficilmente storcerete il naso come di fronte all’ennesima replica mal riuscita.

E poi gli arrangiamenti. Eccellenti. Ai ragazzi le idee non sono mai mancate, e stavolta col lavoro di Andrea Marmorini sono riusciti a combinarle armonicamente, senza sbilanciamenti da una parte e dall’altra. Con grande beneficio per le voci dei due cantanti, Daniele Rotella e Francesca Lisetto. Se in "May The Sun Hit Your Eyes" i loro intrecci non sempre apparivano convincenti, adesso è tutta un’altra storia. I due si pestano meno i piedi, la resa è più chiara, e molto migliore. Almeno un paio delle canzoni interpretate dalla bravissima Lisetto, la trascinante "Amanda" e la sinuosa "Tomorrow’s Rain", a cavallo tra Joan Wasser e la spesso sottovalutata (tutta colpa di Eminem, forse) Dido, sono peraltro tra le vette dell’album.

Che dire? I The Rust and the Fury hanno fatto un gran disco. Qualcuno, tra chi gli vuole bene, continuerà a chiedergli fino allo stremo di provare a cimentarsi con l’italiano, prima o poi, ma la qualità raggiunta da See the Colors Through The Rain è tale da poter pure accantonare la questione, almeno per un po’. E insieme ai compagni di scuderia Fast Animals and Slow Kids, i Rust rappresentano al meglio la riscossa, dopo anni e anni trascorsi girando un po’ a vuoto, della scena musicale indie perugina. In Umbria non si vive di solo jazz.

15/10/2014

Tracklist

1. May the Sun Hit Your Eyes
2. Amanda
3. Me Here
4. Feed Your Belly
5. Carry on
6. The Seconds in Between
7. Green
8. I Seem
9. Coming Home to Stay
10. Lived
11. Tomorrow's Rain

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