WhoMadeWho

Dreams

2014 (Darup Associates)
synth-rock

È letteralmente impossibile riunirle tutte sotto un unico comune denominatore, nate come sono da esperienze e interessi così eterogenei tra loro, vero è che da qualche annetto le band danesi godono di una considerazione estera davvero sorprendente, a maggior ragione se si considera il clima di (quasi) totale indifferenza che dapprima aveva imperato sul piccolo stato scandinavo. Che sia frutto della disattenzione da parte di critica e pubblico, oppure di un fervore creativo venuto fuori negli ultimi anni è difficile dirlo, fatto sta che anche chi non è di primissimo pelo, con una carriera ben rodata, può arrivare adesso a strappare notevoli consensi, a mettersi in risalto presso nuove categorie di ascoltatori.
Non propriamente dei novellini, con una discografia che prima del 2014 vantava già ben quattro titoli che ne hanno cementato man mano la reputazione, i WhoMadeWho da Copenaghen, terzetto di musicisti provenienti da ambiti totalmente diversi, si presenta con “Dreams” pronto a giocarsi il tutto per tutto. E se l'apparizione in quel di Sanremo a fianco di Arisa può valere qualcosa, direi che ce la stanno mettendo tutta per imprimere la svolta decisiva al loro percorso. In ogni caso, anche il solo disco basta decisamente allo scopo: vero è che il ritorno in voga del synth-pop oramai sta piano piano scollinando verso un inevitabile declino, tuttavia nei tre quarti d'ora di questo album di pane da mettere sotto ai denti se ne trova in abbondanza, anche per chi magari ha smesso da un pezzo di seguire gli sviluppi nell'ambito di sintetizzatori e affini. Materia ancora viva e pulsante, insomma.

In fuga dalla pacchianeria a buon mercato degli ultimi Phoenix, privo delle suadenti interpretazioni femminili dei Chvrches, il terzetto danese, forte piuttosto della sua singolare formazione (di estrazione jazz il chitarrista Jeppe Kjellberg, dedito all'electro il batterista Thomas Barfod con il suo progetto parallelo Tomboy, all'indietronica il bassista Tomas Hoefding con il moniker Bon Homme), offre invece uno spaccato decisamente più tecnico e muscolare, per non dire proprio rock, di musica sintetica, in cui il contributo “organico” non sta lì a mo' di vacuo suppellettile. Anzi, se possibile è proprio nella compenetrazione accorta delle diverse componenti che i WhoMadeWho fondano il proprio successo. Eccoli allestire, alla maniera dei Wild Beasts altezza “Two Dancers”, un bello spettacolo di pop angolato e frastagliato, curato nella melodia e avvincente negli incastri strumentali, ora più fluttuanti ora più intensi nella dinamica. Eccoli in un altro momento invece spingere più su atmosfere tenebrose e modulare i synth sul secco gorgogliare di basso, senza per questo chiamare in causa citazionismi e retromanie varie (“Another Day”, composta anche di un interessante intermezzo per sole voce e chitarra).

Operando di fino anche sul trasporto emotivo dei singoli pezzi, tutt'altro che monodimensionali nella resa interpretativa (anche il cantato sa farsi carico di interessanti sfumature e belle sensazioni, specie nell'episodio più riuscito del lotto, il crescendo elettronico che è “Heads Alone”, con la chitarra a enfatizzare i momenti topici in chiave dreamy, ma senza i cliché da sognatore contemporaneo), i WhoMadeWho possiedono dunque la chiave per divertirsi con i contrasti, ora optando per più secche spinte dance (“Hiding In Darkness”, efficace nella sua “algida” messinscena), ora invece attenuando la frenesia ritmica grazie a precisi cambi d'atmosfera, sconfinando quasi in territorio da lento (“Traces”, forse con l'arrangiamento più inventivo del lotto; l'attacco quasi “a sirena” sa indubbiamente il fatto suo), e riuscendo sempre a gestire con grande classe la questione banalità (“Your Better Self”, o come ti utilizzo l'abusatissimo vocoder senza farlo pesare neanche un istante).

Insomma, per un filone così ben rappresentato nell'ultimo decennio, c'è da dire che i WhoMadeWho, all'ennesima trasformazione del proprio percorso, l'hanno saputo interpretare alla grande. Alla chiusura della prima decade di carriera, l'ideale conclusione.

25/04/2014

Tracklist

  1. Dreams
  2. Right Track
  3. The Morning
  4. Another Day
  5. Traces
  6. Heads Above
  7. New Beginning
  8. Indian Summer
  9. Hiding In Darkness
  10. Your Better Self
  11. Untitled


WhoMadeWho sul web