Willie West

Lost Soul

2014 (Timmion)
soul

Cinquant’anni di carriera sembrano passati senza lasciar traccia per Willie West, un torto che “Lost Soul” cerca di riparare almeno in parte,
L’eterna promessa del soul che vanta molti titoli oggetti di collezionismo, il conoscitore dei segreti musicali di New Orleans, la voce che incantò Allen Toussaint e che prese il posto dei fratelli Neville nei Meters, (senza mai veder pubblicato l’album realizzato con il gruppo, né esser citato nella loro biografia), ha trovato negli studi finlandesi della Timmion Records l’occasione giusta per metter a frutto la sua considerevole esperienza.

Non si tratta di un ritorno, perché Willie West dal 1996 ha pubblicato ben cinque album, ma “Lost Soul” assume i contorni di un passo più deciso e calibrato, che offre alla sua voce la possibilità di trovare spazio nel revival soul degli ultimi anni.
Siamo lontani dall’orgia rhythm & blues che ha fatto la fortuna della Daptone Records e non c’è traccia nemmeno degli eccessi funky-longue di molte altre frange nostalgiche-revivaliste.
Nessuna contaminazione elettronica inficia il sound, che si tiene abilmente ancorato a un soul notturno dal ritmo morbido e ipnotico con deliziosi fraseggi di hammond e una sezione fiati mai invadente, un album sensuale e ipnotico che ha tutte le carte in regola per piacere ai cultori della black music pre-disco-music.

Willie West si dimostra scrittore raffinato (firma con il suo vero nome  Millard Leon) e mette insieme nove piccoli gioiellini che conquistano senza troppa fretta, sono brani che difficilmente troveranno posto tra i classici del genere, ma solo perché la pigrizia dell’ascoltatore fugace rischia di far archiviare “Lost Soul” come un album retrò.
Qui in verità c’è tutto quel fascino che si era soliti apprezzare negli album (e non solo nei singoli di successo) di artisti come Otis Redding, Wilson Pickett, Al Green, Percy Sledge, Eddie Foyd e Solomon Burke, che molti hanno conosciuto solo quando il rock ha volto il suo sguardo fagocitatore verso quell’inesauribile fonte di creatività.

Il suono dell’hammond volutamente distorto e quasi in feedback di “The Devil Gives Me Everything”, la fragilità dell’interpretazione vocale nel soul tipicamente sixties di “Cold In The Storm”, le svisate di organo, chitarra e fiati in “I’m Aware Of What You Want”, o il rullare ritmico che dà il via al delizioso incrocio di doo-woop e beat in “Gettin’ Down” non sono un semplice esercizio stilistico vintage, ma il frutto di una passione e di una conoscenza dei segreti più nobili del soul.
“Lesson Of Love“ è, ad esempio, uno di quei brani che avrebbe trovato facilmente posto nel repertorio di Amy Winehouse, mentre “Slow And Easy” mette in gioco tutte le variabili psichedeliche che hanno trascinato il soul nell’era della rivoluzione di Woodstock. E se riuscite a resistere al meraviglioso intreccio di chitarra elettrica e basso o al dialogo tra flauto e sezione fiati di questo brano, allora non vi resta che tentare con il fascino più diretto del funky-blues che sorregge la seducente “Down On Lovers Road”.

C’è il rischio che “Lost Soul” resti comunque un affair per pochi, l’enorme quantità di input che assalgono l’odierno fruitore di musica è come un boomerang che rischia di rimandare indietro le migliori intuizioni sonore che girano intorno, "Lost Soul" è invece un album di rara intensità, qualcosa di più di un semplice e delizioso deja-vu, un piccolo tesoro da custodire con cura.

14/03/2015

Tracklist

  1. The Devil Gives Me Everything 
  2. She's So Wise
  3. Slow And Easy 
  4. Cold In The Storm 
  5. Lesson Of Love 
  6. I'm Aware Of What You Want
  7. Down On Lover's Road 
  8. Gettin' Down 
  9. The Devil Gives Me Everything Part 2.

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