Wold

Postsocial

2014 (Profound Lore)
black & harsh noise-metal

Bastano i primissimi secondi di “Throwing Star”, un black-metal rumorosissimo e starnazzante, registrato in qualche cantina sommersa dalla muffa, per esserne più che sicuri: “Postsocial” è niente più, niente meno che un disco dei Wold, sempre più brutti, sporchi e cattivi, in diretto contatto con gli scenari aberranti dell'esordio "L.O.T.M.P.".

Il leader Fortress Crookedjaw, con la sua voce deformata e demoniaca, è il fantasma che guida queste ripugnanti liturgie al rovescio, spesso così assordanti da saturare lo spazio d’ascolto con un’atmosferica e trascendentale cappa di orrore che si distende infetta per lunghi, insopportabili minuti (“Inner Space Infirmary” e, soprattutto, “Spiral Star Inversion”, il brano più lungo della loro carriera con i suoi oltre quattordici minuti di durata, in cui la stratificazione più oppressiva è accostata a un lungo interludio per scream purulento, organo derelitto e campane in frantumi che continuano a sferragliare nelle retrovie: insomma, gli Abruptum che rifanno i Dead C o viceversa).

Quando black-metal e noise collidono, i Wold riescono ad attrarci in universi paralleli in cui luci e ombre si liquefano per trasformarsi in muraglie di sonica angoscia (anche se, va detto per inciso, qui manca un brano dello spessore di “SOL”). Quando, però, il rumore prende il sopravvento, allora le cose funzionano molto meno, magari risolvendosi in semplici sudari di risonanze dronanti che lasciano il tempo che trovano (“Sapphire Sect of Tubal Cain” è, da questo punto di vista, il momento più eclatante). Insomma, fatti due conti, “Postsocial” è un disco con cui potrete sicuramente spaventare a morte i vostri vicini, ma che alla lunga finirete per riporre nel cassetto dei trascurabili.

09/05/2014

Tracklist

  1. Throwing Star
  2. Inner Space Infirmary
  3. Five Points
  4. Spiral Star Inversion
  5. Sapphire Sect of Tubal Cain

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