Ambizioso, denso, magicamente funereo, l’avant-folk di Kerry Andrew è una delle esperienze sonore più rigeneranti che possiate incrociare sul vostro percorso, le sei tracce dell’extended play del 2011 “Hunting Little Songs” avevano già evidenziato un’insolita attitudine all’ibridazione tra folk e elettronica, la stessa che ritroviamo ancor più splendente nel primo e vero album dell’artista “Hawk To The Hunting Gone”.
Mettendo da parte le superficiali somiglianze con Bjork, panacea di molti osservatori dall’indole pigra e dalla limitata dottrina, la voce dell’autrice, cantante e insegnante inglese è erudita da polifonia afro, dal canto degli Inuit, dal minimalismo, dal jazz e dalla musica popolare.
Coordinando le sue molteplici anime creative, Kerry Andrew ha pubblicato musica neoclassica e sperimentale, ha vinto un premio della critica con il trio vocale Juice, ha sfidato i confini del chamber-rock conciliando jazz e classica con i Dollymen, ha affrontato la sua passione per il jazz con il gruppo prog-oriented dei Metamorphic, ed è l’unica protagonista del progetto You Are Wolf.
Colta e affascinante, la lettura avantgarde della tradizione folk della 36enne del Buckinghamshire non soffre della magniloquenza che caratterizza opere affini, altresì avventurose, ma meno radicate in una ricerca linguistica e sonora così preziosa.
Si prenda ad esempio “The Buzzard's Heart”, adattamento musicale di un poema di Robin Robertson, la voce ricca di un solitario romanticismo si accompagna a uno splendido gioco d’archi, memore del malinconico impressionismo di Gavin Bryars, sfiorando la ritualità mistica; o “Swansong”, che estende il classico “Molly Bawn” con spoken voice e folk da camera. La visione sonora della Andrew vibra verso i confini di un aulico ed elegante tono sinfonico che suona gradevole e profondo nello stesso istante.
Le figure più ricorrenti della tradizione gothic sono sempre presenti, quasi a voler tratteggiare un percorso di ricerca ben definito, come i passeri che introducono la delicata e complessa architettura a più voci di “Little Sparrow”, o il flebile cinquettio che si insinua nella versione a cappella del traditional “The Bird's Courting Song”, o il giocoso cantilenare dell’iniziale “Cuckoo“, figure ancestrali di una tradizione pagana che risorge tra le pagine di “Hawk To The Hunting Gone”.
Nonostante l’insieme sia organico e prodigioso, ogni pezzo del puzzle ha una sua identità: la composizione della Andrew “Oh Ruin” eleva il lato oscuro con sonorità infestate e infestanti, “Little Wren” prende per mano le danze popolari e le infarcisce di inedite torture elettroniche, appena percettibili negli incastri ritmici e vocali dalle infinite sfumature etniche quasi tribali, e “Three Ravens” si snoda per un attimo come una normale ballata tradizionale prima che suoni gutturali facciano vibrare sensazioni ancestrali e arcaiche.
Col progetto You Are Wolf la musicista inglese disegna strategie che hanno il potere di spingere la tradizione verso l’avanguardia e il futuro, la magia sospesa a mezz’aria dello straordinario pezzo per viola, clarino e vocal-drones “Murmuration” e l’ibridazione tra il folk di “Turtle Dove” (cantato da Alasdair Roberts) e “When Doves Cry” di Prince la dicono lunga sulla potenzialità creativa di Kerry Andrew, e definire “Hawk To The Hunting Gone” uno dei migliori album folk recenti, circoscrive erroneamente il suo fascino a un ambito creativo che suona stretto per un lavoro incantevole e innovativo.
30/08/2014