Grazie all’interessamento della Lavadome Records, etichetta della Repubblica Ceca, gli italiani (da Schio, Vicenza) Ad Nauseam possono fare il primo vero passo nella scena death debuttando con le otto tracce di “Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est”, lavoro in cui convivono il gusto per la dissonanza e la complessità strutturale dei Gorguts e il caos organizzato di Deathspell Omega e Ulcerate.
L’opening track “My Buried Dream” è brano-manifesto, frutto di architetture cangianti, texture sovraeccitate e di un gusto atmosferico, con tanto di micro-interludio a spaccare in due un monolite di furia e tecnica. Se complessivamente il disco mostra di essere costruito intorno a progressioni e soluzioni che fanno ancora fatica a scrollarsi di dosso l’ombra dei padri putativi (per dire, “La Maison Diev” e “The Black Veil Of Original Flaw” sembrano fin troppo in debito con i maestri neozelandesi, band da cui, del resto, hanno preso ispirazione per la scelta del moniker), ai ragazzi non manca, comunque, una buona dose di follia, anche se sempre calibrata, mai veramente fine a se stessa.
Si ascolti, per dire, il solo imbizzarrito di violino in “Key To Timeless Laws” o nella più opprimente “Into The Void Eye”, il controcanto di pianoforte che cerca di farsi largo tra le scazzottate di “Terror Haze”, un brano squassato da folate di distorsioni cosmiche, ma anche la musica da camera spettrale dispersa nell’iperspazio che chiude la stessa “The Black Veil Of Original Flaw”.
Certo, i pezzi veramente "forti" latitano ancora (anche se, con i colossali decelerando doom di "Superimposing Mere Will And Sheer Need", innalzano senza mezzi termini un glorioso vessillo), ma la qualità della scrittura è complessivamente buona, perciò gli Ad Nauseam vanno incoraggiati e supportati, perché di band così nel circuito death italiano ce ne sono pochissime.
29/10/2015