recensioni / 2015

Air Waves

Parting Glances

2015 (Westerrn Vinyl)

alternative pop-rock

di Gianfranco Marmoro

Le premesse per un altro capitolo interessante del rock al femminile ci sono tutte: Nicole Schneit è non solo la voce del quartetto Air Waves, ma anche la mente creativa dietro il loro secondo album “Parting Waves”.
Con una voce asciutta, aspra, ma mai eccessivamente viscerale, Nicole regge le fila di un pregevole album, che sulla scia di illustri predecessori, (Hospitality, Sharon Van Etten, Lower Dens) traccia un'altra linea di demarcazione tra i nostalgici della psichedelia e gli estimatori dell’urban-songwriting.

Senza far gridare la miracolo, gli Air Waves offrono più di uno spunto d’interesse, dando il La a possibili evoluzioni future ancora più affascinanti, anche se brani come “Horse Race”, “Calm” o “Touch Of Light” si fanno apprezzare più per intelligenza che per coraggio.
La presenza di membri di Woods, Ava Luna e Hospitality arricchisce di piacevoli sfumature la proposta della band, senza modificarne il tragitto stilistico, anzi, “Parting Glances” si mostra più solido e compatto del predecessore, concedendosi senza problemi anche alle tentazioni del pop nella sognante “Fantasy”.
E’ altresì affascinante e seducente il contrasto tra il riff iniziale grezzo e sporco e le successive intrusioni di synth che animano “Milky Way”, una melodia ruffiana e un po’ sexy completa il tutto annullando ogni resistenza e trascinando l’ascoltatore nel suo malizioso oscillamento lirico, una magia che si ripete in “Thunder”, che nel finale ruba il refrain di “Radioactivity “ dei Kraftwerk scarnificandolo e trasformandolo in un loop punk-rock.

Senza perdere in innocenza naif, e rinunciando solo in parte all’esuberanza dell’esordio, gli Air Waves mettono in moto un processo di maturazione stilistica che alterna felici intuizioni pop-rock (“Sweet Talk”), prevedibilità elettroacustiche (“1000 Degrees”) e qualche incertezza (“Tik Tok”) senza intaccare la piacevolezza dell’insieme.
Nicole Schneit e compagni sembrano avere le idee chiare sulla strada da seguire, il lo-fi sta lasciando il campo a un più solido indie-rock, e il futuro sembra ancor più variegato e intrigante.