Bersarin Quartett

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2015 (Denovali)
synth-ambient, modern classical, chamber-ambient

Alla luce dell'uscita del terzo disco intitolato in cifra progressiva romana, qualcosa di più si sa sull'identità dell'autore che si cela dietro lo pseudonimo di Bersarin Quartett. Un enigma che si è diradato via via col passare degli anni, al punto tale che ripensare oggi alle tante ipotesi emerse sette anni or sono in occasione del primo album fa suscitare un po' di nostalgia e pure qualche sorriso. Ciò nonostante, il "one-man-quartet" di Thomas Bücker rimane ad oggi uno degli act più accreditati della sempre più ampia scuderia Denovali, al punto tale che questo “III” si candida senza mezzi termini a uscita più chiacchierata dell'anno per l'etichetta di Bochum.

Tra molte conferme e qualche novità, siamo qui di fronte al disco che consolida in maniera definitiva la figura di Bücker da un punto di vista stilistico-estetico, e lo fa curiosamente puntando tutto o quasi sulla sostanza (dodici brani per quasi un'ora e mezza di musica), lasciando in disparte l'ossessione parnassiana per la forma perfetta. È nel sound che si gioca però la scommessa identitaria del compositore, in una mescola (finalmente) compatta e (da qui in poi) potenzialmente inconfondibile, in cui elementi cameristici (fiati, archi, pianoforte) e trattamenti sintetici (armonie, flussi, tappeti) giungono a una sintesi di definitiva co-appartenenza.

Al fianco di un consolidamento del soundscape, l'evoluzione più consistente risiede invece nella scrittura e negli arrangiamenti, mai così diretti e lineari. In primo piano, mai come in passato, melodie e frasi acustiche, talvolta coadiuvate persino da ricorsi ritmici: spicca in principio soprattutto la batteria a guidare l'incedere quasi jazzato di “Hinter Uns Die Wirklichkeit” e il passaggio più dimesso e isolato di “Die Nächte Sind Erfüllt Von Maskenfesten”. Altrove il ruolo spetta alle iniezioni elettroniche di rumore, sparse fra giochi tonali à-la-Erik Wøllo nel tappeto introduttivo di “Verflossen Ist Das Gold Der Tage” e costellate nel trip vocale in stile Bvdub di “Staub Und Sterne”.

Lampante è la divisione del disco in due metà: una più improntata sull'evoluzione “ritmica” di cui sopra, un'altra più nostalgica, chiamata a tenere i ponti con il passato recente (l'autentico chamber-ambient di “II”) seppur senza rinunciare a massicce dosi di vibrazioni, rumore e pattern. La prima è completata dall'immersione dub di “Bedingungslos”, anch'essa contrappuntata nel finale da gocce noise, e dall'abbagliante intermittenza sintetica di “Umschlungen Von Milliarden”, uno dei pezzi più intensi e “luminosi” dell'intera collezione. La seconda prende il via dal delizioso acquarello cameristico di “Sanft Verblassen Die Geschichten”, vera vetta poetica del disco e fra gli highlight più straordinari dell'intera saga Bersarin Quartett.

A fargli seguito sono immersioni a cavallo tra tensione romantica (“Jeder Gedanke Umsonst Gedacht”, quasi dalle parti dei MONO), malinconia esistenziale (l'eccezione ritmica quasi trip-hop di “Schwarzer Regen Fällt” e la sinfonia “Welche Welt”, di nuovo con gli archi in primo piano a disegnare scenari fortemente cinematografici) ed estasi (i droni preparatori di “Es Ist Alles Schon Gesagt” prima e il finale squisitamente post-rock di “Ist Es Das, Was Du Willst” a concludere il tutto). Elementi costitutivi della poetica di Bücker fin dal principio della sua avventura, qui riproposti nella loro forma più evoluta. In un disco che da un lato apre la strada a nuove possibili evoluzioni, dall'altro si pone come testimonianza definitiva della saga Bersarin Quartett.

18/12/2015

Tracklist

  1. Verflossen Ist Das Gold Der Tage
  2. Staub Und Sterne
  3. Hinter Uns Die Wirklichkeit
  4. Bedingungslos
  5. Die Nächte Sind Erfüllt Von Maskenfesten
  6. Umschlungen Von Milliarden
  7. Sanft Verblassen Die Geschichten
  8. Es Ist Alles Schon Gesagt
  9. Schwarzer Regen Fällt
  10. Jeder Gedanke Umsonst Gedacht
  11. Welche Welt
  12. Ist Es Das, Was Du Willst

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