Nonostante l’esordio dei Cayucas offrisse più di un motivo di perplessità, le fortune di “Bigfoot” sono andate oltre le più rosee previsioni. Anche in Italia Ben e Yach Zudin hanno avuto i loro dieci minuti di gloria, grazie all’utilizzo di un loro brano per un paio di spot (Bose e Bmw).
Questo, a conferma della costante fortuna di quei gruppi abili nella semplificazione di proposte altrui più nobili e innovative, quanto il pop intriso di beat e surf debba a gruppi come Shins e Vampire Weekend è infatti evidente anche in “Dancing At The Blue Lagoon”, secondo capitolo del duo californiano.
Il problema dei Cayucas è sempre lo stesso: sono abili scrittori di canzoni pop, bravi cesellatori di sonorità radio-friendly, talmente accattivanti da chiederti dove sia l’inganno, una domanda che non trova risposta in queste fresche nove creazioni.
Gli arrangiamenti sono più sontuosi, a volte invadenti, l’unica novità è un’estetica sonora quasi tropicale che apre le porte a una lieve malinconia ancora non del tutto a fuoco.
“Dancing At The Blue Lagoon” è un progetto ricco di tentativi di svecchiamento creativo, il piano prende in mano le sorti liriche di brani più ardimentosi come la vivace “Champion” e la delicata “Ditches”, ma la prevedibilità della scrittura smorza l’entusiasmo e lascia una sensazione di già sentito.
Non è forse un caso che le due tracce d’apertura siano le migliori del lotto: le ambizioni chamber-pop (con tanto d’orchestra) di “Big Winter Jacket” e il travolgente refrain di “Moony Eyed Walrus” sono due eccellenti canzoni, ma la banalità di “Hella” e il pasticcio sonoro di “Backstroke” risultano difficili da mandar giù, e anche la title track lascia l’amaro in bocca con i suoi eccessi iperproduttivi. E quando l’atmosfera si alleggerisce per un attimo in “A Shadow In The Dark”, appare ancora più evidente che i Cayucas non hanno ancora trovato la loro chiave di lettura personale delle suggestioni assorbite e defraudate.
Senza dubbio concederemo a Ben e Yach un’altra possibilità in futuro, simpatia e qualità non mancano al duo californiano, ma in un panorama affollato e confuso l’anonimato creativo è dietro l’angolo.
18/08/2015