La prima reazione durante l’ascolto dell’esordio dei Chorusgirl non è molto entusiasmante: la nuova creatura discografica della Fortuna Pop non fa altro che ripercorrere i temi tipici di molte band retrò innamorate di twee-pop, shoegaze e darkwave anni 80, poi una leggera verve rock’n’roll si fa spazio tra le prevedibili scorribande ritmiche e chitarristiche, e allora decidi di dare al disco un’altra possibilità.
Senza dubbio i Chorusgirl hanno spolverato ben bene il dossier della new wave che metteva in fila Breeders, Cure e Jesus And Mary Chain, e ne hanno colto anche il lato oscuro e più intimo, come si evince nelle performance più riuscite: “Girls Of 1926” e “Sweetness And Slight”.
Purtroppo la band, messa su dalla tedesca Silvi Wersing, pur restando amabile e piacevole, non riesce a catturare anche quella imprevedibile follia che avrebbe trasformato un bel compitino rock’n’roll, in qualcosa di diabolico e viscerale. L’ossessività ritmica è spesso asettica, le canzoni sembrano non aver mai un inizio e una fine ben precisa, e l’apparente semplicità si dilegua dietro una coltre di sonorità derivative e mai originali.
Tutto è ancor più evidente quando la band trascina all’infinito le poche buone intuizioni di brani come “This Town Kills” o “Shivers” sfiorando la noia, ovvero l’unica cosa che non dovrebbe mai far capolino in un album del genere.
Non è certo diluendo gli stilemi dei Cure, come avviene in “We Care About You”, che la band dei Chorusgirl riuscirà a trovare la sua identità, anche se non c’è dubbio che la fresca ingenuità di queste dieci canzoni potrà raccogliere intorno a sé una cerchia di fan fedelissimi, suddivisi equamente tra giovanissimi che rimpiangono di non aver vissuto quei tempi non tanto lontani e vecchi fan della new wave che hanno accantonato nella memoria le asperità geniali dei modelli base, in favore di una loro versione edulcorata e senza futuro.
29/12/2015