Il nome è nuovo e l'album in questione è un debutto fresco di settimana, ma il 24enne Dornik bazzica nella scena undeground londinese soul/jazz già da diverso tempo, dove è meglio conosciuto come batterista dell'electro-soulsinger Jessie Ware (colei che ha convinto la Prm Records a metterlo sotto contratto dopo aver sentito alcuni suoi demo).
La formula è curiosa; Dornik crea un disco-funk-pop che omaggia apertamente i più gettonati punti di riferimento della Black music americana passati e presenti, ma declina il tutto in una gioiosa giostra psichedelica di tastiere vaporose, ritmi sincopati, coretti ovattati e linee melodiche che ripiegano verso trovate quasi jazz.
Si pesca a piene mani dagli anni 80 di Michael Jackson, rintracciabile nella punteggiata levità vocale di brani quali "Stand In Your Line" e la più corposa "Mountain", ma anche del Prince stilosamente sintetico ad altezza "Around The World In A Day" e "Parade", che appare come un fantasma di viola vestito sulle basi di "Blush" e "Chainsmoke". Si viaggia poi verso il presente, alla rincorsa delle produzioni più delicatamente funk di Blood Orange, e quelle più electro della ditta Neptunes/Pharrell, con pezzi quali "Drive" e "On My Mind".
Ma non solo; essendo Dornik strumentista prima ancora che cantante, la parte ritmica delle sue canzoni a momenti prende il sopravvento sulla melodia, creando estrose seghettature giocate sull'incastro tra basso e batteria ("Strong"), e il risultato ricorda certi passaggi del virtuoso bassista jazz-hop Stephen Bruner aka Thundercat.
"Dornik" non sarà forse un album da far gridare al miracolo, ma suona estremamente contemporaneo anche nella sua smodata attitudine vintage e per essere un prodotto britannico è indubbiamente di chiaro respiro internazionale - la mano in sede di co-produzione appartiene a Pop Wansel. In tanti hanno fatto il nome di Frank Ocean e The Weeknd, ma Dornik appare indubbiamente più svagato e leggiadro rispetto a suddetti colleghi.
Ed è proprio questo il suo fascino: un album solare ed estivo, giocato sulle atmosfere e sui ritmi, ma che mantiene comunque una scrittura ben curata e sa essere estroso al punto giusto per catturare anche l'ascoltatore più esigente, trascinandolo nel suo fantasioso mondo di palme dipinte, piscinette gonfiabili, cocktail di frutta e fenicotteri rosa. Un ascolto consigliatissimo nelle afose notti agostane.
07/08/2015