Li avevamo lasciati alle prese con alambicchi e compassi che ci regalavano un'esegesi avant-psych-rock dell'alchimia vivisezionata da Fulcanelli, studioso francese del XX secolo da cui hanno mutuato la denominazione sociale. Ora, Paolo Mongardi (ZEUS!, Fuzz Orchestra) e Cristian Naldi (Ronin) hanno scelto di spostare l'attenzione sulle leggi che regolano il movimento dei pianeti, facendosi interpreti sonori degli studi dell'astronomo e cosmografo tedesco Johannes von Kepler.
Il risultato è “Harmonikes Mundi”, traslitterazione del trattato “Harmonices Mundi” in cui lo scienziato, nel 1619, esaminò certe analogie tra le forme geometriche, l'armonia musicale e i fenomeni fisici. La stessa copertina dell'album, prodotto in vinile trasparente da Lemming Records e NO=FI Recordings con l'artwork di “Re delle Aringhe”, ne è un'eloquente testimonianza.
Le omonime tracce del primo Lp dei Fulkanelli sono due lunghe suite che passano in rassegna decenni di storia della psichedelia: dal kraut di fine anni 60 a quella contaminata dal prog dei 70, passando attraverso evoluzioni percussive care al free-jazz fino all'approdo alla library music italiana, allattata dai seni un tempo copiosi di Mamma Rai.
Gli spasmi proto-industriali nell'intro di “Harmonikes Mundi Part 2” sprigionano un esoterismo ritualistico guidato dalla chitarra sciamanica di Naldi, che a sua volta infonde energie demoniache nelle incontrollabili bacchette di Mongardi. Qui, l'armonia musicale di cui scrisse Keplero sembra germogliare dai semi di un'improvvisazione totalizzante.
L'epilogo dell'opera è violento, intriso di poderoso black metal, con pelli e sei corde ad annunciare l'arrivo di una tempesta solare.
01/02/2016