I GueRRRa di Terni iniziano la loro carriera con il primo “Lampo” (2012), registrato da un trio solo strumentale chitarra-basso-batteria, vieppiù composto di acerbi quadretti ancora innocui, pur con qualche sparuta sfuriata collettiva.
Nel secondo “Soprusi”, le cose migliorano perché prendono una direzione, una caratterizzazione più a fuoco. “Ipazia d’Alessandria”, “Filoteo Alberini” e “Giordano Bruno”, oltre ai classici panzer acrobatici di tempi follemente irregolari, alternano anche stacchetti mazurka e samba; scevro e sbrigativo, e intenso, è poi “Nicola Tesla”.
Il gioiello, e forse anche uno dei gioielli del jazzcore italico, è però l’eccezione (anche nella durata di 6 minuti), “Alan Turing”, grottesco collage di cori monastici e lacerti tremuli, mentre i due suonicchiano e improvvisano dissonanti.
Da trio a duo, Marco Stentella, chitarra, e il nuovo batterista Giulio Marconi. Essendo fortemente improntati al genere di appartenenza, negli ultimi tre brani rompono gli argini di compostezza e si suonano addosso (l’altro brano esteso, il medley “Max Stirner/Maria Rosas Soledad” è un mezzo pasticcio), ma questo piccolo concept dedicato a scopritori e personalità storiche borderline rilascia tutta quella tipica, ispida complessità che s’impiglia nella memoria. Al fotofinish con Zeus. Co-produzione con Cave Canem DIY. Video: “Ipazia”.
13/11/2015