Il suo vero profilo è quello di un popsinger prestato al punk che evoca più le gesta di Jonathan Richman che quelle della mitica band newyorkese. Le tavolozze sulle quali disegna i suoi schizzi sonori sono invece piene di riferimento ai Beatles e Paul Simon, e le canzoni sono più avvezze al pop'n'roll da college americano.
Ingenuo e volutamente approssimativo, il pop acustico del cantautore uruguaiano possiede elementi a volte suggestivi e a tratti tediosi, ma quello che rende intrigante “Who Me?” è proprio questa dicotomia stilistica, che invita l’ascoltatore a non prendere troppo sul serio le divagazioni sonore dell’artista.
Il timbro vocale e nasale è fastidioso come pochi, le incursioni nel folk ispanico profumano di twee-pop, alcune soluzioni sonore sono geniali alla maniera dell’amico-collega Mac DeMarco, ma la sostanza è ancora ben poca per poter inserire Wauters tra i nomi che contano.
Senza dubbio l’effervescente melodia di “I’m All Wrong” e l’incrocio tra Syd Barrett e John Lennon di “Through That Red” mettono in luce un potenziale interessante, ma il rischio è che la ventata di freschezza e di simpatia che Wauters riesce a comunicare con il suo folk-pop agrodolce e inconsistente possa svanire al primo sorgere del sole.
“Who Me?” è in definitiva un album più interessante per le premesse che per i risultati, e tra una “Asi No Mas” che sembra uscire dagli scarti della El Records e il romanticismo da b-movie di “This Is I”, resta ben poco a cui aggrapparsi per affidare a queste canzoni il futuro del pop.
(04/08/2015)