"For The Thrown” veleggia in un stato di perfetta estasi oppiacea, trasportando l'ascoltatore in un limbo dove generi, etichette e definizioni non vengono più in aiuto. La musica di LHF ha a che fare con la metafisica e lo spirituale, così avviluppata in uno stato di perenne incanto, quasi fosse una versione 2.0 dei viaggi psichedelici del flower power anni 70. Ed è in episodi come "Mud And Robot” che tutto ciò è facilmente riscontrabile. Infatti, oltre all'essere una traccia difficilmente catalogabile, è trascinante, ansiosa, elettrica e pensosa al tempo stesso. La straordinaria capacità di questi musicisti è proprio quella di creare flussi musicali atemporali senza eccedere in manierismi o ermeticità.
Cercando nei meandri del disco possiamo trovare synth luccicanti alla Tangerine Dream ("Gateway”), ammalianti sinfonie arabe ("Surrender”, "Horizon”), incanti a metà fra downtempo e dubstep (la pace serafica di "Yielding”), spinte più decise verso la jungle ("Entrapment”), il 2 step ("Wet Harmonic”) e la techno (”Triumph”). Il tutto è però svincolato – come già detto in precedenza – da una mera valutazione legata al genere, l'album è efficace e scorrevole grazie a un magico amalgama che rende sensazioni e tendenze diverse divinamente coerenti.
Non un compendio trascurabile bensì capitolo importante dell'idea di musica di LHF, ”For The Thrown” assesta un nuovo tassello di un progetto dagli sviluppi possibilmente senza confini.
(16/11/2015)