Nick Grey & The Random Orchestra

Breaker Of Ships

2015 (Milk & Moon)
songwriting, dark-folk
6.5

Il curriculum di Nicolai Riccardo Moldoveanu narra di un'avventura oscura nell'oscuro, con l'ombra protagonista su diversi livelli. La lunga generazione che negli anni Ottanta rimase folgorata dalle varie evoluzioni del dark – al punto tale che è sostanzialmente in quel periodo che l'idea stessa di dark si trasforma da clima umorale ad attitudine prima e da estetica ad autentico contenitore poi – ricorda sicuramente la sua esperienza con i 48 Cameras, sostanzialmente i gemelli sconosciuti dei Current 93. Da allora, dopo un decennio Novanta quasi a chilometri zero, si passa per altre creature collettive (230 Divisadero, °catlandgrey°, Grey Force Wakeford) e per una carriera solista divisa fra un cantautorato sghembo e quasi walkeriano e l'avventura della Random Orchestra.

In tutto questo, ben di rado la figura di Grey ha avuto occasione di emergere al di fuori di una nicchia col tempo ridottasi e spostatasi su altri lidi. Proprio il progetto “corale” con i collaboratori assortiti della Random Orchestra rappresenta il tentativo più evidente di cercare una nuova via oltre il dark inteso in senso stretto. Una via che passa attraverso l'esperienza del Nick Cave (e dei suoi Bad Seeds) più cantautorale e di figure come ROME e Der Blutarsch. Quello che ritroviamo circondato dalla mutevole band è un cantastorie dell'occulto che ha modificato le tecniche di narrazione, infarcendo se possibile di ulteriori dettagli e rendendo comprensibili a tutti le sue macabre visioni.

“Breaker Of Ships” è un lavoro lussureggiante, forse il più notturno dell'intera saga-Random, di sicuro uno dei meno accessibili e più ermetici. Argomento centrale delle liriche è la perversione, e proprio all'interno di queste ultime – sviluppate mediante flusso di coscienza – vanno ricercati i significati di canzoni altrimenti fin troppo elusive e ardue da decifrare. Persino gli umori evocati nel sound risultano quasi depistanti: già nei dieci minuti dell'intensa title track, Grey sfodera il carattere rassegnato delle sue riflessioni infarcendo una sorta di viaggio verso la morte di sarcasmo nero, fino alla rivelazione conclusiva fra spasmi e distorsioni: “I'm moving house/ 'cause sooner or later this heart must stop”.

Le ballate gemelle “Juliet Of The Spirits” e “Juliet Of The Bones” rievocano una dinamica simile: nella prima il personaggio è dipinto con le sembianze di una fata, fra arpeggi quieti e una dolcezza sinistra; nella seconda, invece, ci si ritrova dinnanzi ai resti di un corpo senza vita, in una sorta di delirio dialettico che fa rima con un soundscape stridente.
In “Of Ghosts & Woman” entra in gioco l'elettronica in un climax a metà fra i Nine Inch Nails e l'ultimo Numan, condito da un lungo monologo di perversioni sadiche. La messa oscura di “Vanisher” nasconde una sfuriata nichilista, quasi contrappesata dal recitato bucolico della conclusiva “Ghost Rain” e dal carattere fiabesco, seppur spettrale, di “The Archivist”. Un concentrato di artigianato dark senza filtro né compromessi eppure in grado di sedurre anche chi col lato oscuro ha meno familiarità.

30/06/2015

Tracklist

  1. Breaker Of Ships
  2. Of Ghosts & Women
  3. The Archivist
  4. Vanisher
  5. Juliet Of The Spirits
  6. Juliet Of The Bones
  7. Ghost Rain

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