Ennesima band di belle speranze dalla patria Inghillterra, da cinque anni live act rinomato nella vecchia Londra, i Novella sbandierano un amore intenso per Stereolab e Broadcast, suonando alfine più vicini a Breeders o Lush.
"Land" è un album corposo, che coniuga passato e presente dell’indie-rock con sufficiente convinzione e gusto, flirtando con scampoli di kraut-rock e psichedelia nel piacevole strumentale d’apertura "Follow" e nella più bizzosa "Land Gone".
Riverberi dai contorni sognanti ampliano il fascino revivalista di “Blue Swallows”: mutazione transgender della "Tomorrow Never Knows" di beatlesiana memoria; mentre bassi graffianti e griffati Kim Deal marchiano a fuoco le velleità da classifica di “Something Must Change”. Il tutto avviene con sufficiente brio e verve, ma per una band in attività da mezzo decennio, l’insieme di "Land" suona come un epitaffio creativo.
Se le coordinate di "Sentences" evidenziano uno stato lirico-strumentale sufficiente a strappare un sorriso e un applauso, le effusioni dei restanti brani hanno il profumo dell’esordio messo insieme in pochi giorni e senza allenamento, la mancanza d’originalità mette in crisi la loro immagine di next big thing.
I Novella non solo suonano già sentiti, ma differentemente dai Desperate Journalist sembrano già vecchi e stanchi e privi di quel profumo naif che benedice le opere prime.
Sia ben chiaro che non c’è nulla di disdicevole in "Land" e i fan del gruppo avranno di che parlare a proposito di canzoni morbide e sinuose come "Younger Than Yesterday” (neanche nei titoli sono poi così originali e imprevedibili), o di incursioni folk-psych in "Skies Open", e "Again You Try Your Luck" offre anche un testo intelligente e un suono più amabilmente dirty, ma purtroppo la buona Novella per adesso è solo per i fan.
26/06/2015