È un peccato che Pitchfork abbia scelto proprio quest'anno per lanciare il revival dell'alt-rock anni 90, in occasione di uno spuntato ritorno delle Sleater-Kinney. La coda di tutto questo è l'affioramento di gruppi che da qualche anno già lo ripropongono con più freschezza, come il trio di Brooklyn dei Radical Dads.
"Universal Coolers", il loro terzo album, rappresenta una versione meno potente dell'ultimo "Rapid Reality", e così lo strillo di Lindsay sembra spesso un Sos d'aiuto, in assenza dei riff affilati e degli incedere gloriosamente incazzati dello scorso lavoro, minacciata da una scrittura chitarristica informe, poco incisiva.
In "Universal Coolers" i Radical Dads abbassano i toni, con chitarre abbassate a un tono elettro-acustico, spesso, forse più cool, ma in cui l'estetica della band risulta depotenziata, come nel singolo alla Sonic Youth di "In The Water".
Inni da Mtv dalla metà dei Novanta negli Smashing Pumpkins di "Slammer", lampi dell'espressività di un tempo, un po' annacquati da uno stile adolescenziale ("Don't Go"), ma in generale rimane l'impressione di aver sacrificato parecchio in nome di un effimero, accresciuto fascino revivalistico.
15/03/2015