Matinée è indubbiamente un marchio di qualità, quando si parla di indie-pop contemporaneo, una specie di Sarah odierna. E così non rimarranno delusi gli ascoltatori di questo nuovo prodotto di Laz McCluskey: contiene esattamente ciò che si aspettano.
Però, come il pensiero debole evoca in modo coerente ma anche un po’ angosciante nel titolo, tutto sembra talmente ingessato nel canovaccio melodico e sonoro dell’epoca della C86, le chitarre squillanti (ma non troppo), la voce femminile dall’interpretazione vagamente infantile, il lieve riverbero sulla batteria, i riff scolastici che riprendono la melodia, da far sembrare “Stuck In The Never Ending Now” una sorta di rievocazione parodistica di un’era.
Manca l'ispirazione melodica, oltre all’intenzione giusta nell’interpretazione e nell’esecuzione, per far risaltare questo lungo, estenuante nuovo disco della band scozzese, in cui i brani si susseguono dando la sensazione all’ascoltatore di poter anticipare con precisione il prossimo giro armonico, il prossimo cambio di ritmo, in un quadretto un po’ deprimente, come una scialba tappezzeria, sporcata dal tempo.
Diventa così difficile segnalare un brano che si discosti da un sottofondo indie-pop che purtroppo si adegua a una nenia rassicurante, perché racconta di un mondo che nonostante tutto esiste ancora – ma non certo grazie a dischi come questo.
(26/11/2015)