Continua, a scadenze periodiche, la serie di ristampe del catalogo storico degli Swans, iniziato nel 1997 dalla Young God con la pubblicazione di "Children Of God"/"World Of Skin" e proseguito fino ai giorni nostri con questa bella edizione deluxe dei due capolavori del nuovo corso del gruppo fondato da Michael Gira a New York nel 1982, ovvero il magnifico doppio "White Light From The Mouth Of Infinity" (Young God, 1991) e il suo degno successore "Love Of Life" (Young God, 1992), a cui è stato aggiunto un terzo disco di inediti, rarità e ripescaggi vari.
"White Light From The Mouth Of Infinity" è il primo disco in cui gli Swans cambiarono decisamente stile, dopo le prime avvisaglie avvertite nel disco di transizione (e un poco sottovalutato, guastato solo da una produzione un tantino troppo pulita di Bill Laswell) "The Burning World" (Uni/Mca, 1989), abbracciando ora con decisa convizione un discorso musicale fatto di un folk ancestrale dai connotati fortemente metafisici, distaccandosi così dal noise-rock d'avanguardia degli esordi (quello dei capolavori "Filth" del 1983 e di "Cop", dell'anno successivo, per intenderci). Non fu un caso che, quando questo doppio album fece la sua comparsa sul mercato discografico, venne subito salutato come un capolavoro anche dalla critica musicale che, di norma, apprezzava solo le sonorità darkeggianti alla 4AD (e che aveva invece criminalmente ignorato la band durante tutti gli anni Ottanta).
Facendosi aiutare da Jim Thirwell (aka Foetus) in fase di registrazione e produzione e coadiuvati da turnisti di tutto rispetto come il chitarrista Nicky Skopelitis (dei Material), il batterista Anton Fier (dei Feelies) e dal batterista Vinnie Signorelli (Foetus e poi Unsane), Michael Gira e Jarboe realizzarono un grandissimo disco, pieno di emotività, ma pregno pure di una sottile inquietudine (già osservando bene la copertina, se ne ha una prova tangibile).
"Better Than You", che si apre con un vagito di un neonato, è uno dei cavalli di battaglia, con il suo incedere epico e solenne, tanto da sembrare uno dei capolavori dei Lycia, in cui le voci di Gira e di Jarboe si fondono alla perfezione. Stesso discorso vale per "Power And Sacrifice", così come per il crescendo wagneriano di "You Know Nothing" (in cui si avverte forte la mano di Foetus). "Song For The Dead Time" e "When She Breathes" sono due angeliche nenie di Jarboe, esperimenti che saranno egregiamente messi a frutto da lì a pochissimo nel suo primo capolavoro solista, "13 Masks" (Sky, 1992). "Will We Survive?" si mangia in un solo colpo gran parte di tutto il gotico britannico, mentre in "Love Will Save You" rivive lo spirito del primo Leonard Cohen.
Il brano più originale è forse "Failure", in cui un cantato recitato si interseca con delle trame psichedeliche alla Red Temple Spirits. Al contrario, "Song For The Sun" è, invece, assai più briosa, con la sua felice melodia degna del miglior Lou Reed. Michael Gira assume i toni di un Brendan Perry in "Why Are We Alive?", che pare essere uscita fuori da "Spleen And Ideal" (4AD, 1985) dei Dead Can Dance. "Blind", invece, è l'ennesima elegia folk, che conduce al brano conclusivo del disco, "The Most Unfortunate Lie", dalle fosche atmosfere e con un cantato in sordina (ma con delle voci di bambini in sottofondo).
Come cantante, Gira potrebbe ora rapportarsi con un altro grande istrione del post/dark-punk, Nick Cave (per via del suo cupo tono baritonale), ma, a differenza del maestro australiano, il suo cantato è assai meno invasato e molto più trascendente.
"Love Of Life", uscito l'anno successivo sempre per la propria etichetta Young God, prosegue sulla stessa china, con l'unico svantaggio di aver relegato Jarboe in un ruolo di secondo piano. Questa volta non troviamo più Foetus dietro al mixer, ma Martin Bisi e, tra gli strumentisti, incontriamo addirittura Ted Parson dei Prong alla batteria. La title track regala grandi emozioni, con la sua maestosa melodia su un incalzante ritmo ferroviario, ma il vero capolavoro è "Identity" che, se non avesse la batteria e fosse arrangiata più mestamente, sarebbe potuto essere uno dei capolavori di "Desertshore" (Reprise, 1970) di Nico. "Amnesia" adotta una melodia da saltarello medievale con un arrangiamento di stampo rock futurista. Gira e Jarboe duettano nella bella "The Other Side Of The World". "Eyes Of Nature" presenta uno scenario apocalittico, dovuto alle pessimiste liriche di Gira. Jarboe ci regala un'altra delle sue perle con l'eterea darkwave alla His Name Is Alive di "She Cries (For Spider)".
Curiosamente, il disco è inframezzato da ben sei anonimi bozzetti (contenenti dei semplici suoni, rumori o parlati colloquiali), che fungono da collante tra le diverse canzoni del disco.
Il terzo cd allegato contiene alcuni inediti, una verisone dal vivo di "Amnesia" e varie versioni alternative di diversi brani contenuti nei due album (tra cui "Amnesia" e "Love Of Life", entrambe nelle versioni lunga e corta, "Song For The Dead Time", "Unfortunate Lie", etc.). Tra gli inediti, spiccano la bella "You Know Everything", che potrebbe ascriversi al loro repertorio maggiore. Il resto è un assemblaggio preso a casaccio tra i dischi dei World Of Skin (un side project degli Swans) e dall'Ep "Love Of Life" (Young God, 1992), uscito poco prima dell'album ufficiale.
Lo spettrale blues "Blood On Your Hands" e la catastrofica "A Young Girl Needs" provengono invece dal bootleg ufficializzato "Anonymous Bodies in A Empty Room", uscito nel 1990 e oggi venduto a caro prezzo sul mercato del collezionismo discografico.
Il box contenente i tre cd ha una elegante confezione, anche se il libretto è fatto malissimo (non riporta per intero le tracklist dei dischi e i testi vanno letti con la lente di ingrandimento), seppur vengano riportati tutti i disegni delle copertine e vari artwork originali.
Molto buona è la masterizzazione effettuata da Doug Henderson al Micro Moose di Berlino, finalmente non compressa e con un suono potente, ma naturale (il suono è lo stesso identico dei vinili originali). Il prezzo di vendita, tutto sommato, è abbordabile e congruo all'offerta.
I collezionisti più feticisti, sicuramente, preferiranno l'edizione in box con ben tre Lp, più il cd di inediti e due mega-poster allegati, compreso un barcode per scaricare altri brani in più. I box sono limitati a una tiratura di soli 2.500 esemplari e già costano (appena usciti) un occhio della testa. Ma qui stiamo parlando di feticismo, non di musica (e i soldi sono vostri e solo voi sapete come meglio spenderli o buttarli, a seconda dei punti di vista).
Qui in Europa, per un accordo preso con la Young God, la stampa e la distribuzione sono affidate alla Mute.
11/12/2015