Attivo folletto della Lodi underground con le sue presenze in Tupelo, Playground, nei due dischi dei Serif’s e nei tre lasciti dei Satantango, il cantante e chitarrista Massimo Audia si mette in proprio nella seconda metà dei 2000 a nome Welles.
L’importante nome di quella tradizione di appartenenza è così onorato dal suo primo “Ultimate Dollar Oblivion” (2006), un catalogo di creativi collage e geniali spunti Beefheart-iani, orientati alla dance industriale, ma sempre memori di retrò e rockabilly vintage. Il secondo “Radical Shit”, a parte le litanie surreali di “Take Metamars” e “MC Death”, è più chiassoso e dalla mano pesante sulle tastiere, e per forza di cose più grottesco, cacofonico e brutale.
Quasi a sorpresa nel 2015 arriva un terzo capitolo, “Ural Wine”. Fanno bella mostra tre distinti ma sardonici reggae, passerelle sincopate di strumenti alla rinfusa: “Obama Says”, con campioni di discorsi presidenziali, “Sad Rasta”, e soprattutto il sound ufo di “Pretty Girl”.
Altri suoni dal mondo si odono nella taranta noir di “Chernobyl Bar” (sembra di sentire gli Alabama 3 in veste uzbeca), in "The Wrong Man", gioiellino dell'album, e nello splendido arrangiamento gitano sfoggiato da “Kerosene”. Ma sono orchestrazioni mimetiche se non artificiali, degne dei Vampire Rodents, come prova “Rooster John”, rodeo tallonato dall’incalzare degli strumenti da camera campionati e poi smozzicati in sottofondo. Non significa mancanza di sentimento: violini mesti rendono “Oh Lord” una murder ballad di tutto rispetto. Altri caduti illustri del procedimento sono le armonie vocali del pop (“Mirror”, una grottesca parodia) e Johnny Cash (colto in un remix zombie in “Fury”).
E’, dei tre, il più orientato a - e compromesso con - la forma-canzone. Audia è un remixer che tende a un’anarchia compassata, un arrangiatore con la giusta vena fantasiosa; tutto, ma non un autore. Ciò non toglie che - a parte lo scandire un po’ meccanico dei brani - vi siano momenti memorabili, godibilità, spirito con grazia. Pure concisione stringata: una dote rara. Da sparare a tutto volume.
04/05/2015