Winter Villains

Once There Were Sparks, Now There Are Ashes

2015 (Owlet Music)
chamber-folk

Con disincanto e dolcezza quel disco ha reso più lievi le giornate d’inverno, ha rievocato suggestioni crepuscolari che i giorni di festa non sembrano più possedere, soprattutto ora che happy hour e fiere del consumismo hanno aggredito e intaccato definitivamente quel desiderio collettivo di sacralità. Una sacralità - sia ben chiaro - antropologica, legata al personale senso di misticismo, nulla che possa sposarsi con la ritualità di qualsiasi credo.
Eccolo ancora là, con i suoi delicati tratteggi naif (rigorosamente in vinile), poggiato su un tavolino, in attesa di un ulteriore sguardo che colga particolari finora sfuggiti all’attenzione fugace, inizialmente sedotta da quel paesaggio innevato e dai suoi colori pastello.
Quel corpo esangue e quella figura simil-diabolica in copertina modificano la prospettiva e ribaltano la scena. Anche l’immagine della donna e del bambino ora appare cupa, inquietante: forse quelle delicate e gentili digressioni acustiche ed elettroniche non contemplano bellezza e pace, ma celano dietro sognanti e carezzevoli cantilene, un oscuro senso d'incertezza, di disagio.

Il gruppo di Cardiff aveva già mostrato nell’esordio “February” un’insolita attitudine al chamber-folk, le delicate armonie erano importunate da scampoli di post-rock alla Mogwai che ingannavano le flebili trame psichedeliche, riportando in auge quell’ibridazione tra toni crepuscolari e gothic, che il furore del punk e della new wave avevano invano tenuto sottotraccia.
“Once There Were Sparks, Now There Are Ashes”, alla maniera di Virginia Astley, Wim Mertens o Anna Domino, rinnova l’elogio alla fragilità della bellezza e del dubbio, cercando di annientare con delicate mini-sinfonie quel dolce inganno che occulta il disagio e il dolore, che spesso fanno seguito alla ricerca della felicità.
La speranza, il senso di meraviglia e la volontà di sopravvivere assurgono a panacea, utile a stemperare la malinconia, la paura e il senso d’abbandono, ed è da queste riflessioni e suggestioni che nasce un album leggermente fuori dagli schemi.

E’ una musica lieve e soffice, quella dei Winter Villains, dove i protagonisti sono il violino, il piano, le voci angeliche e le percussioni. Un fluido sonoro che lascia scivolare canzoni e interludi con la stessa naturalezza della vita quotidiana.
Armonie d’altri tempi restano sospese tra flussi rinascimentali e scampoli pop nella bella “Empire”, perfetta sintesi del dualismo tra bene e male che caratterizza le tematiche del progetto; le note metalliche di “Part 1-So The Battle Begins” e quelle sintetiche di “Part 2-We Lost OurChildren In The Depths Of The Forest” sottolineano le fasi più concitate dell’album, ma altrove prevale un tono descrittivo ai limiti dell’ambient-folk pastorale.  

A essere sinceri, il secondo capitolo discografico del gruppo scozzese è tutt’altro che perfetto. Alcune canzoni sembrano fuori luogo ed esili (“Hunters”), altre citano senza pudore le stesse lande bucoliche di Enya (“We're Stuck With The Beauty”), eppure tutto è incorniciato da un suono pregevole ed etereo.
I Winter Villains mettono in gioco tutta la loro abilità di musicisti evitando di eccedere in orpelli e distorsioni tematiche, assistiti dai raffinati arrangiamenti orchestrali di Nico Muhly, che introduce interessanti divagazioni sperimentali (“Comatose”) e neo classiche (“28 Today”), esplorando infine nella title track le pagine migliori della quasi dimenticata etichetta Les Disques du Crépuscule.

I Winter Villains aggiungono un altro tassello a quel movimento indie che recupera influenze neoclassiche e chamber-pop, e lo fanno nel modo più discreto e affascinante possibile, con un progetto che sembra superfluo, innocuo, quasi invisibile, ma che al contrario riconquista l’attenzione dell’ascoltatore a ogni fugace e accidentale contatto.

15/02/2016

Tracklist

  1. Illumination 
  2. Empire 
  3. Hunters 
  4. Part 1 - So The Battle Begins 
  5. Part 2 - We Lost Our Children In The Depths Of The Forest 
  6. Once There Were Sparks, Now There Are Ashes 
  7. Comatose
  8. A Vision Hit Me 
  9. We're Stuck With The Beauty 
  10. 28 Today


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