A meno di un mese dalla pubblicazione del doppio album live dei Notwist, Markus Acher torna a farci compagnia con il progetto collaterale Rayon, un'esperienza artistica che sembrava dovesse rimanere relegata a poche stimmate discografiche (un 7", un 10" e una colonna sonora per un film sperimentale).
Pubblicato su Morr Music, "A Beat Of Silence" è il primo passo deciso verso la completa autonomia dell'ensemble, un album strumentale che, seppur privo di un substrato fatto d'immagini, conserva un pregevole fascino cinematico.
Caleidoscopica sequenza sonora quasi soprannaturale, la musica di "A Beat Of Silence" si avvale delle infinite sfumature cromatiche del piano di Sachiko Hara, delle marimba di Cico Beck, del vibrafono di Karl Ivar Refseth e delle manipolazioni elettroniche di Anton Kaun, Richard Greenan e Tadklimp, quest'ultimo anche co-produttore dell'album. Esotico e delicatamente dissonante, "A Beat Of Silence" offre spazio alla contemplazione attraverso nove tracce rilucenti come schegge di cristallo, spesso sospese in un limbo sonoro minimalista alla Philip Glass.
Metallofono, marimba, vibrafoni e glockenspiel (ovvero varianti dello xilofono) tratteggiano suadenti armonie in cui fanno capolino loop, flauti di bambù e arpeggi cristallini che, come rugiada, donano infiniti riflessi a tranquilli landscape e ipnotici raga.
Il valore rituale delle danze pagane anima il trittico che scandisce tempi e ritmi di questo progetto discografico ("Kona", "-Kona" e "--Kona"), una perfetta sublimazione delle danze africane e della musica indonesiana, che nel loro insieme assumono un valore mistico e quasi metafisico, scivolando dall'incanto del ritmo ("Kona") verso la rarefazione esoterica ("--Kona").
Nella title track percussioni e xilofoni fluttuano avvolte da poliritmie esotiche che generano moderni mantra. Il ticchettio della pioggia scandisce lo scorrere del tempo, andando delicatamente incontro al caos della civiltà moderna.
In "Dots" prevalgono la malinconia e un romanticismo crepuscolare, due stati emotivi che Markus Acher nel finale graffia via con un crescendo ritmico oscuro e tribale, mentre in "But For One Minute" i canoni sonori assumono contorni ancor più minacciosi e ossessivi, qui il corpo lirico centrale viene violentato a turno da rumori e suoni in piena libertà fino alla completa assuefazione armonica che trasforma l'anarchia lirica in una figura sonora ben definita.
La metodologia dei Rayon è molto affine a quella dei Godspeed You! Black Emperor, dai quali rielaborano sonorità trascendateli e urbane ("On The Quiet"), ma non è errato scorgere anche quegli elementi di post-elettronica tanto cari a Christian Fennesz ("Zombi"), anche se il temine più adatto per definire "A Beat Of Silence" è forse quello di post-exotica.
03/02/2017