Visioni Di Cody

Celestino

2016 (autoproduzione)
alt-rock
6.5

Quintetto del forlivese-cesenate (Andrea Andrucci, Enrico Bellini, Matteo Cavallini, Leonardo Forcelli, Enrico Mancini), Visioni Di Cody si distingue a partire dalla seconda metà dei 2000 soprattutto con la trance di “Avere pazienza” (nel mini “Semiotique”, 2008), la brumosa musica da camera di “La città delle donne” (in “Escrasez l’infame”, 2009), serenate con fanfare come “Il dolore che il cuore non sente” (in “Gritole”, 2012), vaudeville sardonici come “Becamortt” e ballate di pseudo-protesta come “Augias” (in “Appennino libero”, 2013), oltre al singolo “Sabato è festa” (2015).

“Celestino”, un concept immaginario ma calato prepotentemente nella realtà attraverso immagini oblique e storie trasversali, supera però quanto fatto finora. Centro gravitazionale e apice artistico è la successione “A Celeste non chiedere quando”/“Mammarò”, una introduzione maestosa e paradisiaca che rende una tessitura alla Galaxie 500 e si alza in un tumulto commosso, narrando una storia d’amore ai tempi dello squadrismo fascista, sciogliendosi poi in una coda elettronica.
Il deliquio onirico di “Bravi, giovani, cannibali”, praticamente retto solo dai palpiti elettronici, è però forse la visione più spirituale dell’album. La dedica lirica di “Giusto fra le nazioni” sa un po’ troppo di Afterhours, ma disvela anche un tour-de-force canoro, di chitarra psichedelica e organetto da spiaggia, in un’andatura marziale Neil Young.

Un gruppo abile sia nel crogiolarsi poeticamente in paradisi artificiali (si aggiunga la piccola fantasia al ralenti “A Celeste non chiedere come”) sia nello sprint in velocità in “Il mondo salvato dai regazzini”, anche video (motto ripetuto, strimpellio in estasi e martellare supersonico della batteria che riportano dritti ai Feelies): una piccola rarità, ma c’è anche lo zampino dei bravi produttori, Michele Bertoni e Franco Naddei. Le due dimensioni convergono appropriatamente quando tutto finisce, “A prova di stronzo”. La cosa migliore sono forse le tastiere, fanno la differenza perché sinfoniche e - qua e là - pure disorientanti. Sottotitolo: “In un mondo che ci obbliga all’eccellenza, fare schifo è un gesto rivoluzionario”.

30/01/2017

Tracklist

  1. Giusto fra le nazioni
  2. Il mondo salvato dai regazzini
  3. La forza di mille uomini
  4. A Celeste non chiedere quando
  5. Mammarò
  6. Bravi, giovani, cannibali
  7. A Celeste non chiedere come
  8. Nonpartononresto
  9. A prova di stronzo 

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