I progetti in due a fianco di percussioni e ritmi, cui s'iscrive anche il nuovo moniker Virtual Forest, sono la specialità della tarda produzione dell'incarnazione Above The Tree di Marco Bernacchia. Trascorso un piccolo exploit quartomondista con i Drum Enseble Du Beat ("Cave Man", 2014), Bernacchia vara il nome Stregoni con un altro percussionista (stavolta il turno è di Gianluca "Johnny Mox" Taraborelli), dedito a performance dal vivo organizzate nei centri profughi italiani.
La stessa coscienza sociale sull'immigrazione pervade il nuovo album a due a nome Above the Tree & The E-Side, "Riot", perlomeno nel brano più ambizioso, la Bark Psychosis-iana "Immigrants Ltd", nove minuti di canto-fantasma, pulsazione poliritmica e miraggi psichedelici che s'inabissano nello sciabordio.
Quest'allucinazione si ritrova in "Youth", stavolta una chitarra che strimpella al vento, però è subito soffocata confusamente dalla techno marciante, ma soprattutto nella più breve e intensa "Rainbow Revolution", un accesissimo pattern gamelan contornato di om ed esalazioni magiche.
"Saggy Balls Team" tenta l'assolo su ritmo batucada, e il tutto è più comico che fatalista, e "Spark" è un tentativo di remixare il raga orientale con le basi e gli effetti dell'elettronica da ballo, innovativo se non ci fossero stati gli Enigma vent'anni prima. Il motivo analogo da colonna sonora in "Wrong Right Side" è comunque migliorato in "Aftersquare" (con campioni di canti tribali che rimandano a Virtual Forest), la fusione più brillante di etnico-folk e ballabile-electro.
Seguito di "Wild" (2012): ne è, infatti, prosecuzione e sviluppo, quanto a rendimento di suono. La ditta Marco Bernacchia-Matteo Sideri architetta con perizia la stratificazione, la rotondità della scultura di produzione, e ricava un distillato facile e amabile, avaro d'arguzia. Basso del giovanissimo vicentino Michele Lavarda in tre brani, master di Andrea Suriani.
26/05/2016