American Wrestlers

Goodbye Terrible Youth

2016 (Fat Possum)
indie-rock

Il progetto American Wrestlers nasce nel 2014, per opera di Gary McClure. Adulto mai troppo cresciuto, McClure si barrica all’interno di uno studio di registrazione casalingo per poi pubblicare indipendentemente, nel giro di pochi mesi, il debutto omonimo. “American Wrestlers” otterrà un riscontro sorprendente nei circuiti indie americani, tanto da attirare l’attenzione della Fat Possum Records che, nel 2015, darà nuovamente alle stampe l’album garantendogli una distribuzione ben più consistente.
Un anno più tardi, forte di un accenno di successo dovuto soprattutto al passaparola, McClure decide di circondarsi di una band e di muovere i passi che porteranno gli American Wrestlers alla pubblicazione del loro secondo (ma per certi versi primo) lavoro in studio.

“Goodbye Terrible Youth”, così come il suo predecessore, non pretende d’inventare alcunché. Suoni distorti, schitarrate sovrapposte, melodie accattivanti e malinconia giovanile: elementi che non possono mancare in un album classicamente indie-rock, e che qui abbondano.
L’attrezzatura a disposizione per la produzione delle tracce, certamente più ricca rispetto agli esordi spartani cui si accennava, ha il merito di non ledere la natura intrinseca del suono che McClure e soci vanno ricercando, e che sovente trovano. Il lavoro di fino, dietro all’apparenza sfacciata, c’è, e a un orecchio attento non sfuggirà. Ma, nel complesso, i nove episodi che compongono il disco raccontano una storia sincera per quanto colpevolmente semplicistica.

Sin dall’energica e ironica apertura di “Vote Thatcher”, passando per gli episodi più a fuoco dell’intero lotto (le melodie nascoste sotto le chitarre pulsanti di “Give Up” e “Amazing Grace”), i Wrestlers combattono ma non si sporcano mai davvero le mani. Per quanto godibile, “Goodbye Terrible Youth” non graffia e, ciò che è peggio, dopo svariati ascolti stanca.
Sia chiaro, a McClure non si possono imputare errori da matita blu, ma gli si può far presente che il tempo scorre; che i suoi dischi sono carini, ma finiranno col somigliarsi sempre più tra loro; che la giovinezza andrebbe lasciata andare (non solo a parole), conservandone il ricordo, ma proiettandosi verso altri lidi.

23/12/2016

Tracklist

1. Vote Thatcher
2. Give Up
3. So Long
4. Hello, Dear
5. Amazing Grace
6. Terrible Youth
7. Blind Kids
8. Someone Far Away
9. Real People

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