Jannis Noya Makrigiannis non ha mai smentito le voci che girano sull’inconsistenza delle sue creazioni, il pop della sua creatura Choir Of Young Believers indugia, infatti, senza pudore nelle lande atmosferiche del chill-out e del pop elettronico più evanescente.
La musica del gruppo danese è il frutto, non proibito, di una semina a base di briciole di soul ed elettro-pop, appena rinvigorite da un uso più fluttuante della voce, nonché da un minimalismo a tratti imbarazzante, che pesca sia nei Massive Attack sia nei China Crisis, senza dimenticare le origini greche del musicista danese, e dunque affondando nella melma post-George Michael che confonde “Careless Whisper” e i Sigur Ros.
La maggior presenza d’elettronica pulisce e rassetta ancor di più le spurie pop dei due precedenti album, lasciando dietro di sé una coltre di nebulose armonie, che, pur ambendo a soluzioni surreali o fantasiose, restano in attesa d’immagini televisive o cinematografiche che diano loro una pur flebile consistenza.
Punte di diamante di "Grasque" sono “Serious Lover” e “Face Melting”, due brani che reggono a malapena il ruolo di sottofondo, mentre l'ascoltatore resta in attesa di quell’unico esemplare realmente godibile (“Does It Look As If I Care”), che chiude un album di cui ricorderemo senza alcun dubbio l’affascinante copertina.
16/04/2016