Garybaldi

Storie di un'altra cittą

2016 (AMS)
prog-rock, hard-prog

A distanza di ben sedici anni dal precedente "La ragione e il torto", è uscito il nuovo album dei Garybaldi, storica formazione ligure del progressive italiano. Molte cose sono cambiate in questo lasso temporale, a cominciare dalla morte di colui che ha contribuito alla fama e alla magnificenza del gruppo: Bambi Fossati se n'è infatti andato in silenzio il 7 giugno 2014, dopo una grave malattia degenerativa che lo ha lentamente spento. Non c'è quindi il grande chitarrista di stampo hendrixiano, nonostante a dominare l'album siano ancora le chitarre e le tastiere, ricollegandosi in tal modo alle memorabilia del passato, a cominciare da "Astrolabio" (1973). La formazione di "Storie di un'altra città" è composta da Maurizio Cassinelli (voce, percussioni), Jon Morra (tastiere, voce), Davide Faccioli (chitarra), Alessandro Paolini (basso, contrabasso) e Marco Biggi (batteria), ma alle registrazioni hanno partecipato anche una folta schiera di ospiti, tra cui spicca il nome di David Jackson dei Van Der Graaf Generator (sax, flauto). A confezionare l'opera ci ha pensato invece il pittore Pietro Spica, che con i suoi splendidi acquerelli ha saputo riportare alla ribalta i Garybaldi anche come maestri dell'iconografia del progressive.

Con il suo hard-prog contorto e ansimante, "Sulla strada" sembra quasi risalire una creuza ligure, fino a trovarsi nell'allucinata "Città di Blà", tra muri di chitarre, violini cortesi e voci ieratiche. In seguito, "William Fix" proietta invece l'ombra della strabiliante figura dell'incantatore David Jackson, che coi suoi fiati trasmette ai Garybaldi parte del suo stile imprevedibile e dissonante.
Lo stregato urbanesimo dei Garybaldi conquista anche "Verso terra", forse la traccia più canonica del novero, mentre "La gente sola", ballata degli alienati e della solitudine, dopo una prima parte sommessa e intimista cambia poi registro, con la chitarra di Faccioli che si lancia in un prodigioso volo pindarico e che, dall'alto, prende infine coscienza delle infinite possibilità del mondo, abbandonando così l'inettitudine iniziale ("ma la strada non finisce certo qui/ fuori, fuori è un altro giorno/ e la noia dovrà pur finire/ dovrà pure, prima o poi").

Lo spirito di Bambi è ancora presente nella registrazione di un brano da lui stesso scritto e cantato; orchestrato ad hoc dai Garybaldi, "Vicino in un momento" è l'emozionante testamento ideologico del grande chitarrista, il cui testo tanatologico si focalizza sulla forza della memoria, ma può anche essere inteso come la preghiera di Fossati a non farsi dimenticare ("Lontano nel tempo, vicino in un momento/ un volto sfumato di chi se n'è andato/ ma tutto resta e non muore/ scolpito nel vento che non può dimenticare").

Troviamo in seguito la trilogia del Nove, che passa dal big bang chitarristico di "Nove 1", all'anafora melodica di "Nove 2", fino alla docile e strumentale epifania di "Nove 3". Secondo la numerologia biblica, il nove rappresenta l'ora della morte di Gesù ed è quindi un numero che indica la chiusura di una fase: non stupisce, pertanto, di trovare in ultima posizione "Il vento cambia strada", che dopo un incipit spaventoso sfocia in un'affabile sinfonia, agitata soltanto da qualche tamburo tachicardico che affiora sullo sfondo. Si chiude così un disco che non si lega a nessuna operazione nostalgica ma che, anzi, ama smarrirsi ed esplorare, un po' come quel talentuoso ragazzino che era solito perdersi nei boschi e che tutti iniziarono a chiamare Bambi.

09/07/2016

Tracklist

  1. Sulla strada
  2. Città di Blà
  3. William Fix
  4. Verso terra
  5. La gente sola
  6. Vicino in un momento
  7. Nove 1
  8. Nove 2
  9. Nove 3
  10. Il vento cambia strada




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