Mantra Vega

The Illusion's Reckoning

2016 (Black Sand Records)
crossover-prog, pop-prog

Sotto all'epiteto Mantra Vega si cela il super-gruppo progressivo formato per mano di Dave Kerzner (solista più noto come tecnico del suono) e Heather Findlay (cantante folk dei Mostly Autumn). Pur separati geograficamente dall'Oceano Atlantico, i due artisti riescono comunque a comporre le loro canzoni grazie soprattutto a Skype, che evita così i troppi viaggi intercontinentali tra Miami a York, assai dispendiosi per un gruppo indipendente. Inizialmente il progetto avrebbe dovuto essere prodotto da Troy Donocley, che però ripiega sul ruolo di semplice chitarrista a causa dei troppi impegni coi Nightwish. Tra i nomi più altisonanti dell'ensemble troviamo anche quello di un altro mago della sei corde, Dave Kilminster, scelto già dall'esigente Roger Waters per sostituire David Gilmour nei suoi tour, ma che vanta nel suo curriculum anche importanti collaborazioni con Steven Wilson e Keith Emerson. A completare la line-up ci pensano invece Chris Johnson (chitarre), Stu Fletcher (basso), Alex Cromarty (batteria), Remko De Lamdmeter (bansuri), Angela Gordon (voce, recorders), Arjen Lucassen (chitarra solista) e Irene Jansen (voce).

La quantità dei musicisti coinvolti è ovviamente indice di una grande biodiversità, che trova però una propria omeostasi lontano dall'avventurismo sonoro, in cui ogni canzone si pone in processione verso una luce rarefatta e indefinita, come il nome stesso della band: Mantra Vega rimanda, infatti, sia alla passione di Heather per lo yoga e la spiritualità umana, sia a quella di Dave per la fantascienza e i romanzi di Carl Sagan.
Questo celestiale viaggio ontologico inizia con i paesaggi ambient di "Every Corner", salvo poi dirottare verso territori più propri ai Fleetwood Mac con "Island". Sin dalle prime note, è chiaro quanto il progressive illuminato dei Mantra Vega sia soltanto una comoda etichetta, non crivellando l'ascoltatore con le solite variazioni ritmiche del genere. Così, la canzone più complessa del conio è la seguente "Veil Of Ghosts", buona per mettere in vetrina la voce passionale ed elastica di Heather - quasi à-la Kate Bush - anche in una struttura musicalmente più articolata.
Altrove, c'è spazio per stiacciati di blues ("Lake Sunday") e folk ("Mountain Spring", "In A Dream"), mentre riportano maggiormente all'amore puro di Heather per l'India le sognanti ed eteree "Learning To Be Light" e "I've Seen Your Star", cullate da chitarre acustiche, suadenti percussioni e dagli interventi del bansuri.

Il breve preambolo di "Island (Reprise)" serve poi solo per prepararci all'highlight del disco, rappresentato dai quasi dieci minuti della title track. Mentre quasi tutte le canzoni si collegano al progressive soltanto in maniera marginale, girandoci intorno senza mai prendere effettivo slancio, il pezzo conclusivo ne esplora invece più a fondo le possibilità grazie al ricco sfondo fornito da Dave Kerzner tra tastiere ed effetti, fino all'assolo di chitarra finale. Si chiude così un disco efficace e senza fronzoli, che riflette appieno le personalità dei musicisti coinvolti. Un'impresa per nulla scontata, se si tiene presente che nell'era del superfluo la semplicità non è mai stata un affare così complicato.

24/08/2016

Tracklist

  1. Every Corner
  2. Island
  3. Veil Of Ghosts
  4. Lake Sunday
  5. Mountain Spring
  6. In A Dream
  7. Learning To Be Light
  8. I've Seen Your Star
  9. Island (Reprise)
  10. The Illusion's Reckoning