Matti Bye è un musicista e compositore svedese, altamente considerato in patria, da poco approdato presso la corte dell'etichetta 1631 Recordings, punto di riferimento della scena modern classical contemporanea.
Specializzatosi negli anni alla musica per film, ha avuto ottimi riscontri e apprezzamenti come pianista per le rivisitazioni musicali di film muti svedesi degli anni 20. Più recentemente ha mostrato interesse per esperienze più variegate che vanno dalla partecipazione al gruppo progressive Walrus - dove ha suonato il mellotron - alla collaborazione con la connazionale Anna Von Hausswolff, nuova musa dark contemporanea, nel progetto Hydras Dream.
Il suo nuovo album solista è il brevissimo Ep "Elephants Made The Piano" di appena cinque brani, per una durata totale di poco più di dieci minuti. Non era semplice ripetersi dopo l'ottimo "Bethanien" (2013), lavoro che mostrava un pianista nel pieno della sua maturità compositiva; ma "Elephants Made The Piano", pur nella sua brevità, si mostra all'altezza, riuscendo a librarsi con un romanticismo etereo e distaccato dalla realtà, quasi ipnotico, mai inutilmente virtuosistico ma di grande semplicità sia tecnica che di fruizione.
I rimandi più nobili sembrano alcune delle opere per pianoforte che più hanno influenzato la modernità; le "Gymnopédies" (1888) del grande compositore Erik Satie o "In A Landascape" (1948) di John Cage, due dei padri riconosciuti della musica contemporanea.
Quasi interamente per piano solo - "Flesh And The Devil", "Elephants Made The Piano", "The Smile Underwater" - l'album non manca di lievi intromissioni elettroniche che arricchiscono, non sviliscono, le atmosfere senza tempo ricreate da Matti Bye.
03/11/2016