Con "Blood/Candy" i Posies avevano riconfermato il loro ruolo all'interno del movimento stilistico del power-pop, ma il decesso del batterista Darius Minwalla nel maggio del 2015 e quello più recente (marzo 2016) del bassista Joe Skyward hanno costretto Ken Stringfellow e Jon Auer a una revisione del sound della band, ora arricchito di elettronica a scapito delle affascinanti sonorità di chitarre e basso.
Assoldato Frankie Siragusa per il ruolo di batterista, Ken e Jon restano leggermente intrappolati in sonorità più indolenti e riflessive, che in parte tentano d'omaggiare i compagni scomparsi, con un songwriting che continua a rinverdire la nobile tradizione di Alex Chilton e dei Big Star.
"Solid States" assomiglia più a una raccolta di demo che a un vero e proprio album, frazionato in canzoncini esili sostenute da un'elettronica post-Cars che a tratti convince ed entusiasma ("March Climes") e a volte lascia interdetti (per esempio in "M Doll").
Meno organico del predecessore, il ritorno discografico dei Posies offre le solite tre o quattro perle pop atte a rinnovare il fascino cult della loro musica, il soul-pop di "The Definition" sfiora le intuizioni migliori di Hall & Oates dell'era "H2O", l'electro-pop di "Unlike Places" ripercorre i sentieri di album come "Heartbeat City" con lo stesso vigore melodico, mentre "Squirrel vs Snake" rimette in gioco tutte le migliori intuizioni che hanno tracciato una linea creativa dai Big Star ai Pavement.
L'enfasi dell'elettronica e l'uso più intenso delle voci in sincrono aggiungono un po' di miele di troppo, facendo soffrire melodie come "Titanic" e "Rollercoaster Zen" che meritavano soluzioni più originali e meno artefatte.
La grazia e la buona resa melodica della conclusiva "Radiance" giungono in tempo per poter comunque archiviare "Solid States" come un progetto di transizione e di riflessione per i Posies. Un album che non deluderà i fan più fedeli, ma che lascerà in parte insoddisfatti tutti quelli che dopo l'eccellente "Frosting On The Beater" e il ritorno alla forma di "Blood/Candy" avevano riposto il futuro del power-pop nella mani di Ken e Jon.
29/06/2016