Trascorso un intorno d'anni di carriera solista dedita all'ambient-dub industriale ("Sublunar", 2012, "Modern Pressure", 2016, oltre a qualche Ep e a un nuovo duo con Harvey Sutherland, Coup D'Etat), l'australiano Kane Ikin "ritorna" dal connazionale compare Paul Fiocco per ripristinare la sigla Solo Andata.
Rispetto alle divagazioni dell'omonimo "Solo Andata" (2009) e al sacrale affresco elettroacustico "Incantare" contenuto in "Ritual" (2010), quelli del nuovo "In The Lens" sono aforismi brevi e monocromatici.
Il preludio di "Drop Canvas", una coda di sinfonia, è un adagio che ha una grandeur fuorviante. Alcuni sono, infatti, dialoghi inerti tra fonti sonore spicciole: una specie di mimesi naturalista conduce "Late Night Games With Her" (basso e chitarra riverberati che a loro volta riverberano suoni di flipper) e "Miscible" (uno sciacquio che ospita accordi elettronici scanditi come gocce).
Molti altri si accontentano della loro natura acustica, come la sonata per tastiere scordate e accordion di "From All The Broken Pieces", che comunque a tratti acquista toni celestiali, o i sibili nel rombo di vento di "Diffused", o gli accordi Satie-eschi di "Separate Lovers", o le risonanze vitree-metalliche di "Painting Dust".
I momenti allungati vorrebbero rendere trascendenti questi bozzetti, ma cozzano in vistosi limiti, per esempio "Porcelain Blue" si fregia di docili soffi di clarini, droni eterei e un umore jazz, ma quando sembra lì lì per diventare una composizione stratificata alla Bark Psychosis prende a girare su se stessa in loop. Almeno "Laugh Shattered" e "Canvas" migliorano alcune ingiustificate intenzioni flamenco che percolano nell'album e manomettono la dinamica con il chiaroscuro loro tipico.
Tre costanti: strumentazione di seconda mano, tecnica mista, atmosfera tetra, anche rarefatta. Tutto dimezzato da un denominatore, la pedanteria. Le nuove voci del loro vocabolario e la forma vanamente concentrica dell'opera sono scelte di comodo che allettano quanto una colonna sonora per video amatoriali di YouTube (per quanto certamente lirica e sofisticata). Un'elettronica timida e vecchierella che non altera il suono, non sottrae né aggiunge, piuttosto sottolinea e aumenta il dettaglio crogiolandosi in un iperrealismo monocorde. Quarto disco in dieci anni, ritorno alla prode 12K.
08/06/2016