United Sounds Of Joy

United Sounds Of Joy

2016 (Bronzerat)
noise-pop
6.5

I due londinesi Michael Sheeny e Alex Vald fanno squadra a nome United Sounds Of Joy per le cartilagini-canzone del primo omonimo “United Sounds Of Joy”.

Vi è anzitutto “Seams Of Sorrow”, miraggio di paesaggio lavico di sibili, riempito da armonie vocali prese di peso dal folk-rock, una versione pop della “Sea Song” di Robert Wyatt. La Sylvian-iana filastrocca al ralenti “Wounded Moon” è insieme più filologica e più pittorica (e più estesa): sullo sfondo si avvicendano i paesaggi sonori più impensati, un umore rocambolesco accentuato - per assurdo - dall’assenza di ritmo e dalla stasi mantrica del canto. Anche la serenata doo-wop “The Sun That Hides A Darker Star” si scioglie in vagiti lounge-spaziali, ma il miglior soul futuribile del duo è “Dust Veil”, una recitazione robotica che muta in coro dolente, e un battito continuo che fa buon contrasto con l’atmosfera sfuggente.

Assieme ai dischi solisti di Sheeny, è l’unica legacy dei Dream City Film Club, il combo post-trip-hop da cui proveniva anche il compare Vald. Non una normale rimpatriata, piuttosto un progetto dalla sintassi pur semplice che fa germogliare piccole sinfonie, un affresco nella prima parte tentacolare, stratificato. Una seconda parte compassata che, invece, cede alla lentezza (“Queen Of Seven Dials” fa troppo Nick Cave svogliato e senile, i 9 minuti di “Free To Fall” evocano i Doves ma non si scrollano di dosso la litania country). Preziosi contributi della violinista elettronica Fiona Brice e della gotica Gemma Ray. Immagine di copertina: “Sirins”, Aleksandra Laika.

02/04/2016

Tracklist

  1. Seams Of Sorrow
  2. The Sun That Hides A Darker Star
  3. Dust Veil
  4. Wounded Moon
  5. She Sets The Stars In Motion
  6. I Hear Her Call My Name
  7. Queen Of Seven Dials
  8. Free To Fall

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