Weird Dreams

Luxury Alone

2016 (Tough Love Records)
dream-pop, elettronica, psichedelia

Quattro anni dopo l'eccellente "Choreography", Doran Edwards riprende in mano il progetto Weird Dreams trasformando l'originario quartetto in una one-man-band.
"Luxury Alone" non solo conferma il pregevole mix di ballate elettroacustiche contaminate dall'America dei Beach Boys e dall'Inghilterra post-Smiths dell'esordio, ma introduce synth-pop e sonorità più introspettive e sperimentali.
Doran Edwards continua a prediligere un basso profilo artistico, con una scrittura piacevolmente derivativa che non azzarda inutili tentativi di nobilitazione stilistica, l'unica vera novità è la maggiore attenzione al dettaglio degli arrangiamenti ("The Ladder") frutto anche della contaminazione culturale europea (Edwards ora vive in Francia) e dell'interesse per il cinema di David Lynch ("Fantasy Building").

L'album non solo conserva il gusto per melodie solari e lievemente nostalgiche, ma tiene in equilibrio quell'atmosfera polverosa e naif che aveva reso l'esordio un piccolo cult-album. Il jangle-pop leggermente psichedelico di "Choreography" lascia spazio a contaminazioni raffinate che in parte richiamano i 10cc più delicati e alcune sonorità degli East India Youth, anche se stampa e comunicati discografici disorientano la fruizione coinvolgendo nelle influenze Grizzly Bear e Deerhunter.

A volte indolente, depresso e leggermente autocompiacente, "Luxury Alone" raggiunge il suo scopo di fornire uno stato d'animo creativo transitorio e stimolante, che vede Doran Edwards confrontarsi con nuovi riferimenti sonori, che vanno dai Broadcast a Ryuichi Sakamoto. La capacità del musicista di assorbire queste nuove vibrazioni all'interno del suo songwriting è la chiave di volta per apprezzare il suo ritorno discografico.

Il pulsante synth-pop di "Digital Water", il mix di Paisley Underground ed elettronica di "Mirror", la perfetta alchimia Beatles-kraut di "Binary" (quasi una moderna "Tomorrow Never Knows") sprigionano inquietudine e bellezza, mettendo a fuoco una direzione sonora non del tutto a fuoco ma stimolante e ricca di pregevoli armonie ("Heaven's Hounds", "Chalk Scrawls") con due brani finali che si lasciano piacevolmente sopraffare dalla tessitura strumentale alla maniera degli ultimi Tame Impala ("Calm", "Days"), gettando il seme per futuri e brillanti sviluppi.

28/08/2016

Tracklist

  1. Binary
  2. Heaven's Hounds
  3. The Ladder
  4. Neon Erotic
  5. Mirror
  6. Fantasy Building
  7. Digital Water
  8. Chalk Scrawls
  9. Calm
  10. Days


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