Ci sono voluti ben dieci anni dall'esordio "Sistereis" (2007) e otto da "Varde" (2009) per poter ascoltare nuovamente un lavoro del musicista norvegese Elegi (Tommy Jansen). Il 2017 è l'anno di "Bansull", Lp edito dall'etichetta russa Dronarivm, che deve il titolo a un'antica parola norvegese traducibile in ninna nanna.
E' una nenia arcaica quella che emerge dagli oscuri paesaggi di Elegi, una fiaba truce che unisce in un filo conduttore i racconti di Edgar Allan Poe, le favole macabre dei fratelli Grimm e i capolavori del cinema muto espressionista tedesco, dal "Nosferatu" di Murnau a "Il gabinetto del dottor Caligari" di Wiene. "Bansull" contiene una serie di registrazioni che non avevano trovato spazio negli anni passati, ritrovate - ci dice lo stesso Elegi - in "soffitte buie e polverose", quasi dimenticate dalla memoria.
I veri protagonisti sono l'oscurità e le cupe note violoncello, il delirio e gli accordi di un vecchio piano scordato, i rimandi agli orridi spazi kubrickiani e schulziani scolpiti da uno spettrale theremin, i cori al confine tra gli orrori lovecraftiani e le visioni dello spazio profondo di Ligeti, fino a un'estetica in parte simile a certi scenari dei belgi Univers Zero.
Sintesi perfetta della poetica di Elegi è "Hvor Her Er Ødselig", che in soli cinque minuti, fatti di poche note di piano, in parte bizzarri e in parte angoscianti, di una sirena che si ode in lontananza e di strazianti note di violoncello finali, contiene tutti gli elementi più significativi dell'album. Questa è la perfetta colonna sonora di quel cinema degli anni Venti tedesco che non aveva bisogno di voci, dialoghi o effetti speciali per terrorizzare ed entrare nell'immaginario collettivo. Altrove è l'oscurità a prevalere, sia essa rivolta agli spazi di Ligeti ("K-141"), a oscure presenze assolutamente terrene ("Gejnganger", "Mørtemann") o agli esperimenti tra elettronica e la musique concrete di Pierre Schaeffer ("Fordum").
01/04/2017
Elegi - Bånsull (album teaser) from Dronarivm on Vimeo.