L'album è composto da 14 canzoni ed è ricco di ospiti, sia per la parte vocale che alla produzione. Su tutti spiccano i nomi di Kaytranada, di Steve Lacy e Matt Martians (entrambi membri dei The Internet) e di Wale. Nel complesso è un disco molto estivo, che vuole fare ballare, perfettamente coerente con i lavori precedenti. Tuttavia questo schema è stancante e alla lunga diventa ripetitivo. Attenzione, la formula funziona, nel senso che potrebbe facilmente catturare l'orecchio anche di un ascoltatore non avvezzo al genere, proprio grazie alle canzoni molto ritmate. Il punto è che le quattordici tracce diventano ripetitive: forse bisognerebbe aggiungere qualcosa in più dal punto di vista dei contenuti.
Chiaro che non tutti i rapper debbano essere "socialmente impegnati", anzi la stragande maggioranza parla dei classici soldi, droga, puttane, alcol. GoldLink però non è un artista nella norma, è giovane e con un talento fuori dal comune. Non solo dal punto di vista del flow, ma anche rispetto al gusto nello scegliere le produzioni. Canzoni come "Same Clothes As Yesterday", "Meditation" o "Have You Seen That Girl" dimostrano quale sia la strada da seguire.
Bisogna dare anche grande credito a produttori come Kaytranada che sono capaci di far ballare chiunque. Bravo quindi GoldLink a scegliere i suoi collaboratori (anche questo vuol dire avere talento). Se su un album però spiccano maggiormente gli ospiti rispetto alla musica, vuol dire che qualcosa non funziona. Peccato, perché è un'opportunità sprecata. Sentiremo sicuramente parlare in futuro di questo ragazzo, ma nel mondo dei grandi deve ancora dimostrare molto.
(21/04/2017)