Dei Membranes si parla oggi soprattutto in termini di leggenda, visto che quando il gruppo viveva i suoi anni migliori (tutto il periodo degli anni Ottanta), ben pochi si accorsero del loro talento. Formatasi nel lontano 1977 a Blackpool, nell'Inghilterra del Nord, la band adottò fin da subito un'estetica tipicamente D.I.Y. ("Do It Yourself"), rifiutando ogni logica puramente commerciale, tant'è che cambiò etichetta discografica ad ogni album pubblicato.
Va detto che, se in madrepatria (e in tutta l'Europa) l'interesse dimostrato nei loro confronti fu men che tiepido, viceversa, negli Usa, il gruppo godette di consensi favorevoli, soprattutto da gente illuminata quale Steve Albini e i Sonic Youth. Non è infatti un caso che la loro musica non abbia praticamente nulla in comune con quella delle altre band inglesi di quel periodo, mentre è assai più imparentata con le armonie convulse e dissacranti di Captain Beefheart e con il noise-punk fragoroso dei Big Black e dei Tragic Mulatto. Se non fosse per l'accento decisamente "British" del leader John Robb, si potrebbero scambiare i Membranes per un gruppo dell'avanguardia newyorkese o dei bassifondi di Chicago.
Questo succulento box di ben 5 cd, uscito ora per la Cherry Red, offre tutto ciò che il gruppo ha registrato dal 1980 al 1993, seppur con una scaletta non sempre precisa (pezzi tratti da singoli, demo e compilation inseriti nella stessa tracklist degli album ufficiali, registrati in periodi differenti) e quindi un poco confusa.
Poco importa, comunque, visto che i pezzi da novanta ci sono tutti, compresi i primi, sgangherati Ep ("Muscles" e "Pin Stripe Hype", usciti rispettivamente nel 1981 e nel 1982) e, specialmente, gli album-cardine "Crack House" (Criminal Damage, 1983), "Gift Of Life" (Creation, 1985), "Songs Of Love and Fury" (In Tape/Homestead, 1986) e "Kiss Ass... Godhead!" (Glass/Homestead, 1989).
Già su "Crack House" venne a delinearsi il maniera matura il loro stile, fatto appunto di feroci attacchi frontali alla Big Black. Messi fugacemente sotto contratto per l'album "Gift Of Life" (tra l'altro, il loro disco più originale e caotico) dalla Creation, che subito si pentì dell'acquisto fatto (erano troppo poco commerciabili e, soprattutto, troppo anarchici e per nulla inglesi), i Membranes riuscirono a strappare un accordo con la Homestead per le loro uscite sul mercato americano.
Ecco, allora, che videro la luce "Songs Of Love and Fury" (leggermente più ordinato del suo predecessore) e quello che segnò il ritorno alla loro forma migliore, ovvero "Kiss Ass... Godhead!", forte della nobile produzione di Steve Albini.
L'ultimo album della formazione storica (prima del temporaneo scioglimento ufficiale, avvenuto nel 1993), "To Slay The Rock Pig" (Vinyl Drip, 1989), fu salutato dalla stampa specializzata come un mezzo fallimento e, in effetti, si tratta della loro opera meno pregnante e sorprendente, ma per questo non disprezzabile.
Tra gli Ep qui contenuti, una menzione di merito spetta agli ottimi "Death To Trad Rock" (Criminal Damage, 1985) e a "Time Warp 1991" (Glass, 1987), che non furono solo dischi di transizione con gli album maggiori.
I Membranes si riformarono nel 2009 per svariati concerti dal vivo, riuscendo anche a incidere un deludente album di ritorno, "Dark Matter/Dark Energy" (Cherry Red, 2015). Stessa identica sorte spettò all'album dello scorso anno, "Inner Space/Outer Space" (Louder Than War, 2016), disco che mostrò ormai un gruppo invecchiato e incapace di essere al passo con i tempi.
Il cofanetto contiene un magnifico libretto di ventisei pagine, redatte da John Robb in persona. Anche il "sound" d'insieme è molto valido, ruvido e ampiamente dinamico. In poche parole, ogni centesimo investito in questo box sarà ampiamente ripagato, nonostante qualche difettuccio in sede di compilazione dei brani.
L'Inghilterra non è stata quindi solo "britpop", ma anche qualcosa di Butthole Surfers e Pussy Galore (e con la benedizione dei Fall).
18/04/2017