Natalia Doco

El Buen Galicho

2017 (Casa Del Arbol)
exotic-pop, world, folk

"Preferisco morire di passione che di noia" (Vincent Van Gogh). Chissà quante volte Natalia Doco avrà meditato su questa frase, prima di affrontare scelte in parte dolorose e traumatiche, come abbandonare la sua terra natia dopo la non felice esperienza con il talent show argentino Operacion Triunfo, o vivere per sei anni in Messico in cerca di un'identità artistica che coronasse le sue ambizioni. La svolta per la musicista di Buenos Aires è poi arrivata nel 2013, quando è stata accolta dal pubblico francese, che le ha tributato quel successo a lungo sperato, trascinando in classifica il suo esordio "Mucho Chino".

Parigi è ora la sua casa, lì Natalia Doco ha trovato nel musicista Fréro Delavega un compagno e un padre per i propri figli (l'annuncio della futura maternità è di questi giorni), ma ha trovato anche una schiera di musicisti e produttori pronti a sostenerne la crescita artistica. Dopo Jacques Ehrhart (Henri Salvador, Camille, Alain Chamfort) tocca ora a Axel Krygier (polistrumentista e produttore argentino che è una vera e propria icona della scena underground locale) adornare di raffinati esotismi le creazioni della cantante.

Per Natalia Doco "El Buen Gualicho" è un vero e proprio esordio, ben diverso dal compromesso linguistico e stilistico di "Mucho Chino", un progetto registrato in fretta e furia tra versioni esangui di brani famosi ("And I Love Her") e una serie imbarazzante di luoghi comuni, che alla fine lo assimilavano a un potenziale album da villaggio turistico.
Tutta un'altra storia per questo atto d'indipendenza creativa e produttiva, che oltre a inaugurare l'etichetta personale dell'artista (Casa Del Arbol) offre anche una stimolante contaminazione tra la musica argentina e suggestioni parigine leggermente retrò.
È una festa di suoni e colori, quella che vi attende nel lungo viaggio sonoro di queste quattordici canzoni, tra alchimie strumentali che reinventano la tradizione creola con leggiadria ("Respira") e sperimentazione ("Al Que Madruga"), nonché interessanti omaggi alla Francia dei boulevard parigini ("Barquito") e della Nouvelle Vague ("Le Temps Qu' il Faudra").

Con coraggio e azzardo, Natalia Doco si lascia trascinare dalle funamboliche soluzioni sonore di Axel Krygier mettendo in scena l'incantesimo evocato nel titolo dell'album (gualicho).
L'introspettivo chamber-pop di "Il Ne Maime Pas", la curiosa miscela di fiati e voci campionate di "Lejos La Espina", il breve brano per sole voci ("SOS") e l'oscura e criptica ballata quasi tribale che chiude l'album ("La Ultima Canción") aprono le porte a soluzioni inedite per la tradizione musicale argentina.
Ironia e follia si insinuano a suon di valzer e swing ("Le Jeu"), tra festose ballate in stile mariachi ("Remolino") e originali creazioni in stile lounge-music ("Mademoiselle"), senza però mai rinunciare a un po' di sensualità ("Jardin") ed esotismo ("El Buen Gualicho", "Niño Ausencia").

Affascinante, energico e a tratti piacevolmente insolente, il nuovo album di Natalia Doco è un curioso e piacevole crossover culturale, un disco che affascinerà tutti coloro che nella musica cercano un po' di passione e autenticità. Da queste parti quello che manca, per fortuna, è la noia.

18/10/2017

Tracklist

  1. Al Que Madruga
  2. Le Temps Qu'il Faudra
  3. Jardin
  4. Le Jeu
  5. SOS
  6. Respira
  7. Barquito
  8. Il Ne Maime Pas
  9. Niño Ausencia
  10. Lejos La Espina
  11. Remolino
  12. Mademoiselle
  13. El Buen Gualicho
  14. La Ultima Canción






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