Bruno Sanfilippo

Unity

2018 (Dronarivm)
modern classical, contemporanea

Bruno Sanfilippo è un compositore argentino di formazione classica da anni dedito alla produzione di album che si muovono tra piano minimalista ripetitivo, modern classical, ambient e saltuari cenni elettroacustici; ad oggi, ha all’attivo una ventina di album che cercano di unire in un unico calderone la classica moderna di Max Richter o Jóhann Jóhannsson, le atmosfere ambient di Harold Budd e il minimalismo “sacro” del compositore estone Arvo Part. “Unity”, edito dall’etichetta russa specializzata in musica ambient Dronarivm, è dotato della grande semplicità tipica di Sanfilippo, arricchito da elementi mistici, classici, con tratti persino da esoterismo magico che donano all’album aspirazioni, se non innovative, almeno peculiari.

Piano e archi dominano nella quasi totalità dei brani, con l’eccezione della traccia di apertura “Spiral”, breve viaggio cosmico in stile Vangelis con cori lirici di synth, connubi di musica sacra e spazi profondi. E’ come se la musica cosmica smettesse di essere inquieta ma vedesse nello spazio la grandezza di una creazione divina; sacro e scienza che convivono.
Successivamente ci si trova in piena modern classical dove i rimandi a Richter e al compianto Jóhann Jóhannsson sono pressoché costanti. Tra questi le pochissime note di piano ripetute di “One”, perfetto esempio di semplicità assoluta e capacità comunicativa elevatissima, il pattern leggero e infantile di “Lux”, le lente ondulazioni tra Arvo Part e Erik Satie di “Oneness”.

Un aspetto cinematico è presente un po’ ovunque, ma il violino e il piano ricordano spesso anche l’accoppiata Nick Cave e Warren Ellis, ad esempio in “Entity”. “Cyclical” - come suggerisce il nome - gioca sulla ripetizione di un pattern molto lungo e lento, come un cerchio molto largo che alla fine riesce a chiudersi. Il brano finale è, insieme al primo, il più ambizioso; "Unity" abbandona i canoni modern classical per dilungarsi in dieci minuti maggiormente variegati, ricchi di elettronica e sacralità, di misticismo à-la Popol Vuh, di synth, violini, violoncelli e piano mai eccessivi o inquieti, ma fedeli in un binario ambient dai connotati bucolici e confortanti simili a quelli del maestro Harold Budd.

27/04/2018

Tracklist

  1. Spiral
  2. One
  3. Lux
  4. Simple
  5. Oneness
  6. Entity
  7. Cyclical
  8. Unity

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