Felicita

hej!

2018 (PC Music)
electro-house, footwork, neoclassical

Felicita è il nome d’arte di Dominik Władysław Salter Dvorak, polacco d’adozione britannica. I suoi esordi risalgono ai mini-album digitali “Touch Fume Skuz” (2012) e “-(>’.’)>#” (2013), fulgidi esempi di nuova musica da ballo altamente creativa, tutta sincopi spericolate, grassi sintetizzatori e suoni concreti puerili, totalmente autoprodotta e distribuita in piena autonomia do-it-yourself nelle piattaforme di streaming. Con le operazioni ritmico-vocali che, in affinità con Jlin, impepano d’avanguardia colta la recente footwork dell’Ep “Frenemies” (2014) questo stilista della generazione Soundcloud arriva a un primo picco, proseguito con il singolo “Tails” (2015), a un tempo solenne e demenziale, il suo capolavoro, e ancora un altro Ep, “A New Family” (2016).

In “Ecce Homo” (2017), invece una composizione più ambiziosa e pretenziosa (diciotto minuti), appare tutt’altro Dvorak: un pianista neoclassico colto in una lenta fantasia priva di scopo. Altri tre singoli, “Get Weird! (2017), “Sweet Pea” (2017) e “Sulaharas” (2017), preludono all’album lungo, “Hej!”, che non per niente si limita a compilare quanto esposto finora dal producer.
Il sospetto che la sua anima pianistica sia la meno interessante è confermato nella traccia eponima, sorta di notturno generato con un algoritmo stocastico, dal primo “Soft Power”, a ripiegare sulla muzak atmosferica e da “Marzipan”, canzone folk tramutata in lied con effetti di disturbo, più che altro tediosa. Il secondo “Soft Power” è più interessante, un acquerello leggiadro alla David Lanz (ma è un interesse da disco di new age pianistica, qui un po’ debilitante).

Dvorak si ricorda del suo estro più sprintante solo in “Coughing Up Amber”, rilancia la sua fantasia in un pur algido ma divertente reggaeton, presto disintegrato e poi fatto risorgere in uno svanito motivetto d’organo tra il paradisiaco e il cartoonesco, e alla fine in lontanissimi echi del “Canone” di Pachelbel, praticamente una forma-suite in miniatura.
Non c’è però seguito: “Elena” e la sua reprise, “Again”, sono due preludi per droni elettronici, “Shook” è una piccola e dozzinale parentesi techno-hardcore, e “Night Soil” è un ancor più piccolo e ancor più gratuito pastiche di valanghe ed esplosioni.

Dall’entusiastico genius della neonata Pc Music, dapprima una prassi di ritorno al lo-fi e poi un’etichetta discografica (che però sembra già aver smarrito il suo specifico artistico, se ce n’è stato uno), un lavoro flessuoso, elegante nella forma, brevemente filigranata anche dal cameo di Caroline Polachek in “Marzipan”, rifacimento del traditional polacco “Był Sobie Król” (“C’era un re”). Buona la chiusa, una “Mosaic Genetics” di vocalizzi volti a squittii in un contesto di tastiere quasi-atonali, se non altro una risposta colta alla peggior musica trap del periodo. Non basta a far spiccare un disco fin troppo evanescente, rinunciatario e incoerente nel suo andirivieni di registri, giocato malamente e con poco coraggio su contrasti bislacchi, senza scorrimento per via d’un ritmo atterrato.
Piacevole e vuoto al contempo. Come da copione, solo digitale.

31/08/2018

Tracklist

  1. Hej!
  2. Coughing Up Amber
  3. Elena
  4. Soft Power I
  5. Soft Power II
  6. Shook
  7. Marzipan
  8. Elena Again
  9. Night Soil (Fade Out)
  10. Mosaic Genetics

Felicita sul web